Tre palle

Tre palle

(2002)

Tre palle è il nome del paese più alto d’Italia. È però anche uno dei miei sogni che mi porto dentro fin da piccolo.

L’ho visto fare tante volte al circo, alla televisione, di qua e di là: tenere su tre palle con due mani. Ogni volta che mi capitava qualcosa che assomigliasse ad una pallina, io ci provavo. Soprattutto con la frutta. Mi ricordo benissimo le strigliate che mi davano i miei genitori perché poi, la frutta, irrimediabilmente cadeva a terra e si rovinava tutta. Mi vengono in mente tutte le mele, arance e mandaranci che mi sono dovuto sorbire per un errore di equilibrio.

Perché è tutto qui? Solo equilibrio? Se è solo una questione oggettiva, anch’io, dovevo riuscirci.

Giocando a bocce sulla spiaggia al mare, i miei avversari hanno dovuto spesso interrompere il gioco perché io, in disparte, stavo cercando di fare girare le tre famose palle. Poi ci sono riuscito, ma non come fanno i giocolieri, e al massimo mi duravano un giro. Ma era tutto concentrato sulla ricerca di un punto di equilibrio e su una grande forza di volontà, che evidentemente da sola non bastava.

Pian piano ho scoperto che però è più un “trucco” da concentrazione. Quindi la svolta. Un film. Robert De Niro riesce a far girare le tre palle. Eh no, questa no! Adesso ce la devo fare anch’io. Fermando immagine dopo immagine ho guardato come faceva e ho cercato di metterlo in pratica. Ancora una volta però mi mancava la materia prima: le palle. Poi l’idea, guardando lo show di Aldo, Giovanni e Giacomo ho visto che cercavano di fare il giochetto con tre palle di carta igienica arrotolata.

Con un dedizione sfrenata mi sono costruito i miei tre arnesi e mi sono messo a provare. A provare e riprovare. Fino a quando sono riuscito a farlo vedere in casa.

Insomma, il gioco delle tre palle mi ha insegnato ancora una volta, che nella vita è possibile fare, se non tutto, almeno molto. Mai scoraggiarsi è un motto da portarsi sempre dentro. Anche quando è suggerito da un piccola gioia come questa.

Sono pronto anche per la frutta? La tentazione è grande. Non vorrei però fare indigestione di mele marce.

P.S. Quando in ufficio ho detto che riuscivo a fare girare le palle mi hanno guardato storto: “Solo adesso te ne sei accorto?”

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