Rinvio al 20 aprile della decorrenza del DPCM

Questa attesa per il d.p.c.m. attuativo dell’art. 33, comma 2, del decreto “Crescita” inizia ad innervosire. In balìa della mancata pubblicazione in Gazzetta ufficiale ci ritroviamo con le mani in mano per capire cosa fare nel frattempo. Non che la pubblicazione risolverà tutti i dubbi. Anzi. Da lì in poi inizierà il “balletto” di pareri e interpretazioni che ci porterà a capire qualcosa in più su come serenamente operare solo tra un anno. Ma è una stima. La speranza è che forse tra un anno ci si accorga che poi il turn-over al 100% non era così male e si riparta da zero. Staremo a vedere.

Intanto, in Conferenza Stato-Città (QUI) è stato stabilito che l’entrata in vigore dello schema di decreto attuativo (non ancora firmato nè pubblicato in GU) sarà il 20 aprile 2020.

Secondo me di questa precisazione non ce n’era bisogno. Sarebbe stato come dire che gli enti si fermano oggi dal programmare e dall’assumere in virtù di un foglio di carta trasmesso via internet con su scritto “BOZZA”. Non può funzionare no, sarebbe lo stravolgimento delle fonti del diritto e del principio del tempus regit actum.

Provate a pensare se bastasse una “BOZZA” di documento per farci cambiare le regole assunzionali o magari un tweet del Ministro o una uscita dell’ANCI per farci modificare i nostri documenti.

Da sempre si ragiona a bocce ferme, quindi, in questo momento sia la programmazione triennale del fabbisogno di personale, che la conclusione delle procedure avviate nell’anno 2019 e anche le assunzioni che vorremo avviare già nel 2020 sono per forza “salve”, in quanto il tutto è avvenuto in un momento in cui il d.p.c.m. esiste solo nelle nostre mail o nelle nostre chat di Whatsapp.

Gli effetti di ciò che faremo in questi primi mesi dell’anno, tra l’altro, li vedremo solo dal PTFP 2022/2024 quando prenderemo l’anno 2020 come base di calcolo del rapporto tra spese di personale ed entrate correnti sulla base dell’ultimo rendiconto approvato e lì capiremo in quale fascia saremo finiti.

Altra novità: c’è l’impegno a redigere una circolare interpretativa al fine di dettare indirizzi operativi.

Quindi: abbiamo il d.l. 34/2019, abbiamo la legge di bilancio 160/2019 che ha già modificato l’art. 33, abbiamo una bozza di decreto attuativo. Da tutto questo, per stessa ammissione della Conferenza Stato-Città, si capisce ben poco. Quindi serve anche una Circolare. Non si poteva far meglio tutto fin dall’inizio???

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