Il grande salto

Tra poche ore, mia cugina Silvia Bertagna farà il suo grande salto alle Olimpiadi di Pechino.

Non è la prima volta che partecipa ai giochi olimpici. Ci era già stata otto anni fa. Quattro anni fa, solo un piccolo infortunio l’aveva bloccata. A questo punto si potrebbe pensare che sia “normale” partecipare alle Olimpiadi per lei. Forse sì, ma solo un po’. Perchè Silvia ha 35 anni.

Mi sono chiesto: cosa facevo io a 35 anni? Mi rompevo il primo legamento al ginocchio, smettevo di fare sport e provavo a badare alle mie due pesti.

Lei, Silvia, partecipa alle Olimpiadi. Il bello è che stavolta lo fa nella sua specialità, il Big Air che è quella cosa per la quale freestyler e snowboarder si lanciano in aria da una rampa ripidissima eseguendo il maggior numero possibile di giri e trick in un vortice pirotecnico di sci, neve, creatività. Ha già vinto una coppa del mondo in questa specialità, quindi… chissà.

Poi, se non bastasse, proverà anche a qualificarsi nello slopestyle, disciplina nella quale si era classificata ottava nelle maledette (per via della neve “calda”) olimpiadi di Sochi.

Avrei potuto scrivere questo post dopo la sua prestazione, dopo il suo risultato. Ma mi sembrava irriverente, sbagliato. Oggi, il giorno prima, rende meglio l’idea dell’impegno e della forza di volontà che può portare a farti partecipare a 35 anni ad un’altra spettacolare avventura.

Brava Silvia. Chapeau.

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