Mobilità no o mobilità sì?

Continua il dibattito se, in vigenza dell’obbligo di ricollocamento dei dipendenti in soprannumero degli enti di area vasta sancito dal comma 424 della legge di stabilità 2015, sia possibile procedere o meno con nuovi avvisi di mobilità volontaria. Mi sono già espresso sulla questione, quindi ora mi limito a riportare due Deliberazioni della Corte dei conti della Lombardia e della Sicilia.

CORTE CONTI LOMBARDIA – DELIBERAZIONE N. 85/2015

CORTE CONTI SICILIA – DELIBERAZIONE N. 119/2015

Riporto, altresì, un commento di Paola Aldigeri, qualora gli enti aderissero all’interpretazione della Funzione Pubblica, che ritiene che i comuni possano effettuare procedure di mobilità volontaria, ma solo destinate ai dipendenti degli enti di area vasta.

L’avviso di mobilità volontaria per i dipendenti di ruolo degli enti di area vasta

 di Paola Aldigeri

Come ormai sappiamo, a seguito dell’entrata in vigore della legge 190/2014 e della circolare esplicativa n. 1/2015 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gli enti locali non possono bandire nuovi concorsi a valere sui budget 2015 e 2016, né nuove procedure di mobilità, pur essendo consentita la conclusione di queste ultime purchè avviate prima del 1° gennaio 2015.

La circolare prevede, inoltre, che “Fintanto che non sarà implementata la piattaforma di incontro di domanda e offerta di mobilità presso il Dipartimento della funzione pubblica, è consentito alle amministrazioni pubbliche indire bandi di procedure di mobilità volontaria riservate esclusivamente al personale di ruolo degli enti di area vasta”.[1]

Molti enti hanno utilizzato questa eccezione, ed hanno avviato le procedure di mobilità volontaria.

L’articolo di riferimento per l’avvio di tali procedure è l’articolo 30, comma 1, del d.lgs. 165/2001 – come modificato dalla legge 114/2014 – che prevede che le amministrazioni possano ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti appartenenti a una qualifica corrispondente e in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento, previo assenso dell’amministrazione di appartenenza. A tal fine, le amministrazioni devono fissare preventivamente i requisiti e le competenze professionali richieste, e pubblicare sul proprio sito istituzionale, per un periodo pari almeno a trenta giorni, un bando in cui sono indicati i posti che intendono ricoprire attraverso passaggio diretto di personale di altre amministrazioni, con indicazione dei requisiti da possedere.

I vincoli per poter dar corso ad una mobilità tra enti sono pertanto riconducibili ai seguenti:

a)       pubblicazione di un bando per almeno 30 giorni sul sito istituzionale dell’ente;

b)       stessa categoria professionale tra inquadramento del posto da ricoprire e inquadramento del candidato alla copertura del posto presso la propria amministrazione;

c)        possesso dei requisiti e delle competenze professionali per la copertura del posto;

d)       domanda volontaria da parte dell’interessato;

e)       nulla osta dell’ente di appartenenza.

Fatte salve le prescrizioni procedurali, la norma si limita a prevedere la necessità che venga accertata, per dar corso alla mobilità, una idoneità alla copertura del ruolo in termini di requisiti (titolo di studio e/o particolari abilitazioni) e competenze (sapere, saper essere e saper fare), senza vincolare la possibilità di trasferimento al possesso di un particolare profilo professionale da parte del candidato. [2]

Ciascun ordinamento – in virtù dell’autonomia organizzativa di ciascun ente – può, infatti prevedere profili e figure professionali formalmente differenti, ma sostanzialmente assimilabili o sovrapponibili in termini di competenze richieste e pertanto di idoneità sostanziale alla copertura del posto di cui l’ente necessita.

Di tale realtà occorre tener conto, soprattutto nel caso in cui la mobilità venga effettuata tra enti diversi (come per esempio comune e provincia), che svolgono funzioni istituzionalmente diverse, ma in cui i dipendenti possono aver acquisito competenze assimilabili.

E’ pertanto importante, qualora ci si intenda avvalere dell’opportunità fornita dalla circolare n. 1/2015, predisporre avvisi di mobilità che, per la copertura e l’inquadramento in determinate posizioni lavorative (categorie e profili professionali) nel proprio ente, prevedano – a parità di categoria di appartenenza dei candidati nel proprio ente, ma senza particolari vincoli di profilo professionale – l’accertamento dei soli requisiti e delle competenze, in modo da consentire la verifica – attraverso l’analisi del curriculum e strumenti di indagine appropriati – delle reali idoneità al ruolo delle persone.

Flessibilità nella forma e particolare attenzione alla sostanza consentirebbero di trasformare in opportunità quella che la norma qualifica come una semplice deroga al divieto di indire nuove procedure di mobilità volontaria per gli anni 2015 e 2016.

 

[1]Vedi “Le assunzioni negli anni 2015 e 2016. Commento alla circolare n. 1/2015 dei Ministri Lanzetta e Madia.” di Mario Ferrari – Personale News n. 3/2015

[2]Vedi “Quale professionalità dalla provincia al comune?” di Paola Aldigeri – Personale News n. 2/2015

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6 pensieri su “Mobilità no o mobilità sì?

  1. Ciccio Ciccio dice:

    La mobilità volontaria in sanità (come del resto in tutta la P.A.!) è di fatto soppressa, dato che le aziende sanitarie non concedono il nulla osta a chi vince bandi per trasferirsi! Non sono nemmeno più tenute a rispettare il preavviso di tre mesi, quel congruo periodo, che una volta esisteva e andava speso per reperire eventuale sostituzione in luogo del personale ceduto! Inutili anni di lotte e di contrattazioni nazionali… inutili i sindacati ed inutili gli ordini professionali… Tutto cancellato! Si rimane prigionieri e condannati in esilio dalle proprie famiglie, anche quando il tuo trasferimento non danneggia l’azienda di appartenenza, che gode ad esercitare solo uno sterile esercizio di potere fine a se stesso…
    Complimenti alla riforma della PA! Danneggiando i dipendenti, si danneggiano anche le aziende e la Nazione, non credete?
    Si continui pure ad opprimere il popolo… avanti!
    Tanto fra un po’ in Italia rimarranno solo i vecchi e gli extracomunitari di passaggio…!

    P.S.: E finiamola con la storia che se la mobilità fosse più agevole si avrebbe un ritorno in massa dei lavoratori dal Nord al Sud…
    Prima di tutto, molti di quelli, che hanno trovato lavoro al Nord
    (o anche all’estero) si trovano bene e non intendono tornare.
    In secondo luogo il flusso dei lavoratori si autoregolerebbe, un po’ come succede nel commercio, secondo la legge della domanda e dell’offerta.
    C’è chi prova da anni a tornare a casa al Sud, ma non ci può riuscire, per blocco del turnover o perché non ci sono posti disponibili… e questo proprio perché: meno popolazione = meno posti di lavoro! Chi invece
    potrebbe farlo a buon diritto, perché ha vinto un bando di mobilità/trasferimento è bloccato dall’azienda che non lo lascia andare!
    Quindi, sarebbe ora di finirla anche con il reiterare l’annuncio demagogico della volontà di far ripartire il Sud… senza crearvi posti di lavoro ed impedendo alla gente di tornare, anche quando questo fosse possibile… è un gatto che si morde la coda!
    Sì è cominciato con l’unità d’Italia a mortificarte il Sud, provocando la chiusura di fiorenti aziende (è tutto documentato, anche se i libri di storia adottati nelle nostre scuole non ne parlano!), per far spostare la forza lavoro verso le zone d’interesse dei governanti dell’epoca (Savoia & Co.)… Il tutto in una visione a dir poco miope e che paghiamo ancora
    oggi!
    L’Italia è fondata sul lavoro, ma anche sulla famiglia (o almeno dovrebbe)… chi lavora lontano dai suoi affetti lavora male ed è costretto a tirare la cinghia… la Nazione soffre, perchè soffre la famiglia… soffre la
    gente!
    Il libero circolo delle persone, anche e soprattutto nel lavoro, si autoregola e porta benessere, come il libero circolare del denaro… Provate a tenere i soldi fermi… l’austerity docet!

  2. Ciccio Ciccio dice:

    Bisogna lottare per il reintegro ed il rispetto delle norme contrattuali: i termini di PREAVVISO!!! Perfino il mandato del Presidente della Repubblica è “a termine”, perfino la notifica delle multe ha una scadenza utile. Non è possibile che le aziende non siano più soggette a termini da rispettare! Il preavviso era una cosa giusta, ma ora non vale. Ti tengono finché non trovano il sostituto, che NEMMENO CERCANO! E se non pubblicano bandi di concorso o di mobilità volontaria (che si scontrerebbe contro l’ostruzionismo di qualche altra azienda), per risolvere il problema è perché non hanno un termine da rispettare nemmeno per questo e quindi non sono neppure sanzionabili!
    Dinanzi ai “nuovi modelli” di bando di mobilità volontaria, pubblicati di recente da tante aziende sanitarie, nei quali si pone come requisito fondamentale (pena esclusione delle domande), la presentazione di un’attestazione preventiva di assenso al trasferimento da parte dell’amministrazione di appartenenza, sorge spontaneo un dubbio
    atroce…
    Sarà magari tale procedura un tantinello incostituzionale?
    In sostanza si introduce una disparità tra cittadini italiani (o europei) in possesso dei requisiti professionali richiesti e necessari, senza pendenze o carichi penali, nel pieno godimento dei diritti civili… da una parte chi ha questa dichiarazione preventiva di assenso e dall’altra chi non la possiede…
    Ricordando che tale assenso non è un valore certo (come un diploma, una condanna, la maggiore età, la cittadinanza, ecc.), ma un qualcosa di aleatorio, legato all’umore o all’umanità o alla ragionevolezza o al capriccio o meno di questa o quella azienda… Domanda: è ammissibile un tale requisito (scusate il gioco di parole) di ammissibilità ad un concorso o bando?
    Anche per gli italiani il diritto al RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE! Il diritto è riconosciuto dalla nostra Costituzione, da varie Convenzioni europee ed internazionali, dalla Convenzione dei diritti del fanciullo, da Direttive CE e dal T.U. del D.Lgs 286/98 – come modificato dalla Legge 5/2007 di recepimento della Direttiva CE 2003/86…
    Anche noi vogliamo stare con le nostre famiglie!
    Basta all’ostruzionismo irragionevole delle aziende alla mobilità volontaria!

  3. Luca dice:

    Salve vorrei se possibile una consulenza sul mio caso. Sono un dipendente comunale (polizia municipale) comandato presso un altro comune. Ora il comune dove sono comandato ha accettato la mia richiesta di mobilita volontaria è richiesto il nulla osta al comune dove sono dipendente il quale ha dato parere favorevole al mio trasferimento tramite mobilitá volontaria. Però ora il segretario comunale del comune dove sono comandato ha detto che Forse(si deve accettare ) non può essere espletata la mobilità a causa della nota del 27/03 della funzione pubblica.
    Secondo Lei è possibile che dopo due anni e mezzo che sono comandato presso questa amministrazione ora mi venga privata la possibilità della mobilità volontaria? Vi è un modo per poter espletare lo stesso la mobilità volontaria ?
    Spero in una risposta… Grazie Luca

  4. LARA DEMAIO dice:

    Mobilità per interscambio o compensazione:
    Egr dott. Bertagna, Le chiedo se a suo avviso in vigenza dell’obbligo di ricollocamento dei dipendenti in soprannumero degli enti di area vasta sia comunque possibile procedere con mobilità per interscambio o (per compensazione) tra dipendenti di 2 Amm.ni Comunali. Personalmente nella normativa non ho trovato alcun elemento ostativo.
    La ringrazio moltissimo per il ruolo di prezioso punto di riferimento che riveste.
    Lara

  5. Antonina De Francesco dice:

    Mobilità per interscambio o compensazione:
    Egregio Dott. Bertagna, premesso che il nostro Comune di Guidonia Montecelio ha attivato la procedura di riequilibro ai sensi dell’art. 243 bis del TUEL, le chiedo se sia obbligatorio o meno, in merito alla mobilità su scambio, pubblicare un interpello interno o esterno prima di procedere alla richiesta contestuale di due dipendenti. La Commissione Interna di Finanza Locale operante presso il Ministero dell’Interno ha obiettato questo.
    Grazie in anticipo del sua disponibiltà
    Antonina De Francesco

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