La mobilità e i 625 dispersi

I giudici contabili delle Sezioni Riunite hanno affermato, nella deliberazione n. 46/2011, che il limite del 20% della spesa delle cessazioni si applica alle assunzioni di qualsiasi tipo e con qualsivoglia tipologia contrattuale.

Una delle domande più frequenti che mi sono state poste è: anche la mobilità rientra in tale definizione? La risposta è no, soprattutto per un motivo. Esiste l’art. 1, comma 47, della Legge finanziaria 2005 che prevede espressamente la neutralità della stessa quando ci sono limitazioni alle assunzioni. Tra l’altro, è ormai chiaro, che la mobilità non è considerata una vera è propria assunzione, ma piuttosto una cessione del contratto.

Insomma, mi sembra un po’ forzato che una delibera, certamente autorevole, della Corte dei conti, possa spazzare via disposti normativi così chiari e completi.

Ma proviamo ora a ragionare anche sul piano operativo. Facciamo un caso di scuola (che per Mario significa: imbrogliare le carte) ovvero giochiamo a queste condizioni: nel comparto ente locale non si fa nessuna assunzione dall’esterno ed inoltre la mobilità avviene solo tra questi enti.

E allora immaginiamo che un comune desideri attivare una mobilità in entrata e che sia da applicare la regola del 20%, che qui per semplificare applicheremo non alla spesa, ma le teste. Per poter avere quella mobilità l’ente deve avere cinque uscite per mobilità (5×20%=1)

Questi cinque dipendenti devono però andare in qualche altra amministrazione, la quale, per averli, deve avere ben 25 fuoriuscite (25×20%=5). Ma a questo punto sono necessarie altre 125 uscite ovvero 125x 20%=25. Per poter avere 125 dipendenti in entrata sono necessari almeno 625 trasferimenti di mobilità in uscita e via dicendo.

Ecco, a questo punto mi chiedo: qualcuno mi sa spiegare dove vanno a finire questi 625 colleghi?!? Li caricano a camionate? C’è una migrazione di massa? Li mettono “in dei” barconi in direzione Libia (per pareggiare la mobilità in entrata)?

Da inizio settembre (data in cui è uscita la deliberazione) anziché contare le pecore prima di addormentarmi, ho iniziato a contare questi 625 dispersi e io, finora non li ho ancora trovati. Inizio a preoccuparmi. L’ansia non mi abbandona e mi ruba diverse ore di sonno. Poi ragiono e ritorno a monte del problema. Cerco di scoprire chi è quel comune che ha iniziato la Catena di Sant’Antonio facendo la prima mobilità in entrata. È tutta colpa sua. Gli “introvabili625”dipendono da lui, ma la frittata è fatta.

Se li avvistate fatemelo sapere. Sul prossimo numero di Personale News pubblicheremo le generalità con foto segnaletiche.

Tratto da Personale News n. 3/2011

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2 pensieri su “La mobilità e i 625 dispersi

  1. giacomo dice:

    Io lo so dove sono finiti i 625, ed ho anche le foto, ti do un indizio vai a vedere la camera dei deputati ne trovi 630 cinque evidente non hanno chiesto mobilità

  2. paolo dice:

    di sicuro non è il comune dove lavora una mia conoscente che, pur essendo in comando da 4 anni presso altro ente, non riesce ad avere l’assenso alla mobilità verso altro ente …

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