Chi ha iniziato ad approfondire seriamente i nuovi meccanismi degli spazi assunzionali contenuti nel decreto ministeriale 17 marzo 2020, si è reso conto delle infinite sfaccettature che si ripropongono ad ogni calcolo. Quando sembra di aver raggiunto “la quadra” emerge sempre qualcosa di nuovo che non avevamo considerato. Le prime interpretazioni, peraltro, non aiutano in quanto spesso discordanti.
Non è colpa nostra, sia chiaro. È proprio la struttura del decreto che manda tutti in difficoltà. Non si capisce, soprattutto, se ci sono o non ci sono ancora le vecchie regole, visto che nelle premesse sono citate, nessuno le ha abrogate, ma in alcuni casi sembrano incompatibili con le nuove operazioni. Ho anche il terribile timore che le interpretazioni ufficiali della Corte dei Conti, che prima o poi arriveranno, non saranno sempre in grado di fare le differenze tra le diverse tipologie di comuni, i quali, diciamolo, avranno spazi assunzionali diversi l’uno dall’altro.
Particolarmente complesso sarà capire cosa succede alla mobilità, ad esempio. Intanto, nella bozza di circolare esplicativa, è stato detto che i comuni interamente sottoposti alla disciplina delle assunzioni per sostenibilità finanziaria non sono più “enti con limitazione alle assunzioni”. Il fatto è che non si capisce se intendono tutti i comuni o solo quelli che sono nella fascia virtuosa, cioè sotto la percentuale soglia della Tabella 1.
C’è poi il “capolavoro” della circolare: sono fatte salve (vuol dire: si può procedere con le vecchie regole) le procedure già avviate per le quali al 20 di aprile scorso siano già state inviate le comunicazioni di cui all’art. 34-bis del d.lgs. 165/2001. Ma serve un’altra condizione: avere effettuato la prenotazione dell’impegno sul bilancio (cosa che pochissimi enti fanno). Chissà se questa interpretazione verrà avallata dalla Corte dei conti, perchè a dire il vero si potrebbe anche ritenere che solo le assunzioni già effettuate siano salve, mentre tutte quelle ancora in corso dovranno necessariamente scontare le regole del nuovo decreto. Insomma: io non starei così tranquillo nel seguire le indicazioni della bozza della Circolare.
E questo è solo l’inizio, come dicevo… mi sembra di essere tornato nel 2006/2007 quando non si capiva nulla di come fare il calcolo per monitorare le spese di personale. Anzi, credo che sia anche peggio.