I tempi medi di pagamento e la retribuzione di risultato

Vorrei provare a capovolgere, per un attimo, la visione di questa disposizione.

Parlo dell’art. 4-bis, comma 2 del d.l. 13/2023, convertito in legge 41/2023, ai sensi del quale “le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del dlgs n. 165/2001, nell’ambito dei sistemi di valutazione della performance previsti dai rispettivi ordinamenti, provvedono ad assegnare, integrando i rispettivi contratti individuali, ai dirigenti responsabili dei pagamenti delle fatture commerciali nonchè ai dirigenti apicali delle rispettive strutture specifici obiettivi annuali relativi al rispetto dei tempi di pagamento previsti dalle vigenti disposizioni e valutati, ai fini del riconoscimento della retribuzione di risultato, in misura non inferiore al 30 per cento (…)”

Va tutto bene, ci mancherebbe.

Per il legislatore è importante che le fatture si paghino nei tempi previsti e se questo non accade si penalizza il dirigente o i dirigenti responsabili.

Però… proviamo a guardare da un altro punto di vista.

Prendiamo un ente – ce ne sono tanti – in cui i tempi dei pagamenti sono sempre rispettati.

La domanda è questa: perché devo per forza individuare un obiettivo che pesi almeno il 30% del risultato???

Se tutti gli anni lo rispetto – come sempre – avrò diritto ad un automatico diritto del 30% della mia retribuzione di risultato. Peraltro mi privo di una leva importante in quanto gli altri obiettivi rileveranno per il solo 70%.

Cose assurde, che accadono perché chi scrive le norme davvero non ha la minima idea di come funzionano veramente le amministrazioni.

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