Dl 31 maggio 2010, n. 78 – Fatti e problemi

Riporto di seguito un piacevolissimo (ma altrettanto approfondito) commento sul Dl n. 78/2010 a cura del Dott. Michele Dei Cas. Lo ringrazio per la condivisione e per la completezza delle argomentazioni.

D.L. 31 maggio 2010, n. 78  – Fatti e problemi

di Michele Dei Cas

Commenti generali:

a)      Ovviamente stiamo parlano di un d.l., soggetto a modifiche in sede di conversione; per tale ragione le norme che sono già in vigore, vanno comunque affrontate con prudenza. Fa specie che non si gridi allo scandalo per un decreto legge che, in gran parte, contiene norme di cui si prevede l’entrata in vigore sette mesi dopo la loro emanazione. In tale situazione che requisiti di urgenza si possono invocare?

b)      “Ma i contadini , credendo a un altro scherzo, non si mossero più. Indisturbati, i lupi, fecero strage di pecore e agnelli”. Sono trent’anni che sento annunciare e denunciare i “pesanti tagli”; questo è il primo che vedo, particolarmente pesante e grave. Basterà dire che  l’apporto dei comuni alla manovra (leggi tagli di trasferimenti dallo stato) è pari a 1.500 milioni per il 2011 ed a 2.500 milioni per il 2012; queste cifre vi ricordano qualcosa? A me ricordano, quale ordine di grandezza, i 1.700 milioni stanziati dal governo Berlusconi con il d.l. 93/2008 per compensare “integralmente” il minor gettito Ici prima casa.  Nella pratica (ed è la beffa che qualcuno aveva già preannunciato), Tremonti ha coperto il taglio per 3 annetti e poi tutti a casa (ricordiamo agli smemorati che in occasione dell’istituzione dell’ICI  negli anni 90 i contributi ordinari erogati dallo Stato ai Comuni erano stati ridotti di un importo pari al gettito ICI per l’anno 1993, con aliquota 4 per mille). L’emendamento Anci mi sembra del tutto insufficiente. Dai calcoli che girano nel mio comune, il taglio sarà, fin dal 2011, superiore alla compensazione ICI e non sappiamo proprio come coprirlo.

c)      Oltretutto anche in questo caso il sacrificio è ripartito solo sui comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti; norma (costituzionale?) che pare di assoluta incoerenza rispetto all’obiettivo di ridurre il numero di enti e difficilmente compatibile con i tentativi di incentivazione all’unione dei comuni contenuti nello stesso D.L. 78 (tanto da far sembrare il tutto uno sbaglio dell’ultim’ora).

d)      Pesantissimo l‘art. 14.3; da ora rischiare sul patto di stabilità può portare il Comune alla bancarotta.

e)      Come sempre si spara al bersaglio grosso; i tagli sulle consulenze (nei miei enti non ne avevamo nel 2009, non ne potremo mai più avere…),  sulle spese per convegni mostre e rappresentanza, sulle spese per missioni; sulle spese per attività di formazione, sulle spese per autovetture, avvengono in percentuale sullo storico: si conferma il principio (costituzionale?) per il quale chi ha dissipato prima potrà continuare ad abusare anche dopo; per gli altri, ciccia. Coerentemente con l’antimeritocrazia del provvedimento, l’art. 14.12 abroga le disposizioni contenute nel d.l. 112/2008 relative al sistema premiante per gli enti virtuosi rispettosi del patto di stabilità.

f)        Coerente il governo anche nello sparare sul pubblico dipendente e qui ci si riesce particolarmente bene; condivido con l’anci che dal blocco triennale dello stipendio individuale deriveranno pesantissime ripercussioni sull’organizzazione degli Enti e dei relativi servizi erogati, se si considera che la su applicazione comprende anche compensi quali turno, reperibilità, lavoro festivo e notturno, straordinari (?), ecc.  Non mi sembra abbastanza evidenziato che il taglio di cui all’art. 9.4, pare in aperta violazione dell’ormai desueto “pacta servanda sunt”.

g)      Le beffe: non si può disconoscere una buona predisposizione alla beffa del nostro Tremonti: si segnala l’art. 14.13 dove si assegna, per l’anno 2010 ai comuni un contributo per un importo complessivo di 200 milioni non conteggiati tra le entrate valide ai fini del patto di stabilità interno (in pratica come non darli) e, soprattutto le norme pro-alemannum (commi 14.4 e seguenti) con le quali, per coerenza con la tesi leghista “Roma ladrona”, si mette a disposizione del suddetto un quinto di tutto quello che è stato raggranellato negli altri comuni d’Italia (anche se le entrate saranno “segregate”). Da notare anche le possibilità di intervento fiscale, accordate solo al Comune di Roma.

Nel dettaglio:

h)      articolo 5.6:  occorrerà stabilire l’indennità di funzione sostitutiva dei gettoni di presenza; la competenza è del consiglio; il limite di 1/5 dell’indennità del sindaco non può che essere, per la gran parte degli enti, un limite neppure lontanamente avvicinabile;

i)        art. 5.7: occorre attendere il decreto ministeriale; spero (ma non credo) che dallo stesso si possa capire il dato di partenza sul quale calcolarlo (10%+ 3%?);

j)        art. 5.8: abolite le missioni per gli amministratori ;  si devono pagare pranzi e albergo e possiamo rimborsare solo le spese di viaggio? L’anci nei suoi emendamenti lascia aperta la questione;

k)      art. 6; alcuni commentatori ritengono l’applicabilità di tale norma ai comuni incostituzionale; condivido ma penso occorra attendere la Corte;

l)        art. 6.9; nell’emendamento anci, si assimila il divieto di sponsorizzazioni al divieto di  “contributi” “che i Comuni erogano a favore di associazioni e similari per l’organizzazione di eventi e per l’attuazione di progetti culturali, ma anche per interventi sul sociale, sullo sport ecc”; fosse così sarebbe tosto…

m)   art. 6.12, da subito la norma “tutti in corriera”;

n)      art. 8.2 il richiamo al comma 15 mi lascia perplesso: dal 15 non riesco a dedurre quello che invece deduce nel suo commento l’anci: “l’obbligo di adeguarsi alle misure analoghe per il contenimento delle spese di locazioni passive, manutenzioni ed altri costi legati all’utilizzo degli immobili e quindi si applica il limite del 2% del valore dell’immobile utilizzato così come previsto per le Amministrazioni Centrali e periferiche dello Stato”.

o)      Art. 8.10: mai norma sul rischio da stress lavoro-correlato, poteva essere inserita in un contesto più appropriato;

p)      Art. 9.4: pur essendo chiarissima l’immediata applicabilità del taglio stipendiale, sarei per attendere la conversione in legge del d.l. qualcuno ha calcolato la situazione per il comparto enti locali?

q)      Art. 9.4 (bis); non capisco come si integri la norma con l’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale fatta salva dal 9.17.

r)       Art. 10.5; in un contesto di tagli la logica dello scaricabarile penalizzerà ancora una volta i comuni, cui resta a carico “la fornitura delle altre risorse professionali e materiali necessarie per l’integrazione e l’assistenza dell’alunno disabile richieste dal piano educativo individualizzato”; è il federalismo?

s)      Art. 13 e 38 nuovi obblighi di comunicazioni a carico dei comuni; ormai passiamo le giornate a trasmettere dati, statistiche, rendiconti, e minchiate varie.

t)        Art. 14.7: sono “chiariti” i criteri di calcolo? a questo punto quello che non è scritto (buoni pasto, ecc.) sono definitivamente fuori? e quello che non è escluso (diritti rogito, incentivi merloni e ici, ecc, missioni, straordinari elettorali, ecc.) restano dentro?  introdotta la sanzione (che ci mancava tanto).

u)      14.9: il turn over modello decimazione nazista (ne assumi uno ogni 5 che se ne vanno) metterà in ginocchio molti comuni; qui stanno peggio gli enti piccoli, che potranno salvarsi (ancora per poco), se i comuni continuano  a restare esclusi dalle normative in materia di tempo determinato.

v)      14.33: Torna l’IVA sulla tariffa? Disparati e contrastanti i commenti secondo l’anci “si tratta di un previsione senza alcun  effetto concreto”,  secondo il sole 24 ore  “Con una norma interpretativa la manovra esclude la natura tributaria e ribalta completamente la sentenza della Corte Costituzionale. Ora quindi torna tutto in discussione con problemi gestionali che ricadono sulle amministrazioni”.

w)    Art. 18: da istituire il consiglio tributario… un tuffo indietro. L’aumento della compartecipazione dei comuni dal 30 al 33 per cento ci fa leccare i baffi.

x)      Art. 19.14 per chi roga contratti di compravendita (anche se a rigore la legge non parla di atti in forma pubblica amministrativa e si riferisce al solo notaio) attenzione alle previsioni (a pena di nullità)-

y)      Art. 19.15: di immediato interesse per la registrazione dei contratti di locazione o affitto

z)      Art. 49: non poteva mancare anche ed ancora una norma sulle conferenze dei servizi

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