Rapporto tra spese di personale e spese correnti: come si calcola? (I Parte)

Se dopo cinque anni abbiamo qualche indicazione in più su come calcolare le spese di personale in valore assoluto ai sensi del comma 557 e del comma 562 della Legge finanziaria 2007, si apre ora un nuovo dubbio, finora lasciato un po’ in disparte: come si calcola correttamente il rapporto tra spese di personale e spese correnti?

Come sappiamo l’art. 76 comma 7 del Dl n. 112/2008 è stato riscritto dal Dl n. 78/2010 nel seguente modo:

É fatto divieto agli enti nei quali l’incidenza delle spese di personale é pari o superiore al 40% delle spese correnti di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale; i restanti enti possono procedere ad assunzioni di personale nel limite del 20 per cento della spesa corrispondente alle cessazioni dell’anno precedente”.

La disposizione del presente comma si applica a decorrere dal 1° gennaio 2011, con riferimento alle cessazioni verificatesi nell’anno 2010.

 Ma il calcolo come va fatto?

 Mettiamo sul tavolo le varie possibilità.

Innanzitutto cosa si intende per “spese di personale”. Quelle del bilancio (intervento 01) oppure quelle determinate con i criteri di cui al comma 557 e comma 562?

Ovviamente siamo in presenza di dati diversi in quanto le prime rappresentano degli stanziamenti o degli impegni di natura economico-finanziaria classificati nel bilancio sulla base della natura delal spesa.

Le seconde sono invece le reali spese di competenza, ma con l’inclusione o l’esclusione di tutta una serie di voci a seconda della normativa o delle interpretazioni vigenti.

Secondo passaggio. Si tratta di un calcolo di competenza (impegni) o di cassa (pagamenti). Bella domanda. Logica vuole che si prenda il primo criterio, la competenza, ma nella vita niente è certo. Basta pensare al Conto annuale delle spese di personale.

(Fine prima parte)

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