Interessanti le due deliberazioni della Civit (la 88 e la 89) sugli standard di qualità e sul sistema di misurazione e valutazione della performance.
Ne suggerisco la lettura, anche se in alcune parti può rivelarsi particolarmente “difficile”.
O meglio… si ha l’impressione che si stia volando moooltoooo alto. Tutte cose belle, per carità! Ma io continuo a ribadire che in Italia ci sono oltre 5.000 comuni sotto i 5.000 abitanti. Della serie: performance va bene, ma con un pizzico di piedi per terra.
Tanto per rendere l’idea, riporto un estratto della Delibera n. 89:
La finalità di questo capitolo non è quella di suggerire l’implementazione di uno specifico modello di misurazione, ma, attraverso un confronto tra alcuni di essi, indirizzare verso una scelta che rifletta le esigenze specifiche di ogni organizzazione.
I modelli più diffusi sono:
1. Balanced Scorecard (BSC),il più popolare, con un chiaro legame sia tra risultati, processi e risorse, che tra obiettivi, indicatori ed azioni;
2. Performance Prism meno conosciuto della BSC, ma interessante per la prospettiva incentrata sugli stakeholder;
3. Common Assessment Framework (CAF) – ispirato all’EFQM, con radici nel Total Qualità Management, più orientato all’autovalutazione, ma comunque diffuso in Italia (principalmente negli enti locali) e legato all’utilizzo di indicatori.
Dopo aver letto questo può venir voglia di andare al supermercato sotto casa per chiedere quale delle tre tessere a punti sopra richiamate dia maggiori vantaggi di fedeltà…
Ecco comunque le due delibere.