Terza ed ultima parte dell’intervista che mi è stata posta sulla Riforma Brunetta.
D: e d’accordo con la Civit sulla non obbligatorietà degli Oiv?
R: sono d’accordo con il D.lgs. 150/2009 che ha ritenuto che l’art. 14 non si applicasse agli enti locali. Così c’è scritto. Il legislatore della Riforma Brunetta mi è sembrato estremamente attento ai principi costituzionali delle autonomie e alle norme già vigenti. L’Oiv nasce per la pubblica amministrazione centrale laddove, disapplicando il D.lgs. 286/2009 si vuole dare vita ad un organismo unico in vece dei diversi controlli interni previsti. Per gli enti locali rimane in vita l’art. 147 del Tuel.
D: e per chi avesse previsto l’Oiv? Magari introducendo requisiti e condizioni specifiche…
R: la Civit ha affermato nella delibera n. 121/2010 che niente potrà mai chiamarsi Oiv se non gli Organismi di cui all’art. 14. Mi sembra un’affermazione un po’ eccessiva. Diciamo che secondo me l’ente potrebbe anche andare nella direzione dell’Oiv, magari disciplinando requisiti e condizioni nel proprio regolamento.
D: cosa ne pensa del segretario nel nucleo (o Oiv)?
R: ritengo che ci debba sempre essere all’interno di ogni organismo di questo tipo un soggetto in grado di supportare le valutazioni sui comportamenti dei dipendenti, qualcuno che vive nell’ente locale nel quotidiano. La figura più indicata potrebbe essere proprio il segretario, soprattutto negli enti di minore dimensione.Quindi: se si opta per il nucleo di valutazione, si può procedere come in passato senza problema. Se si opta per l’Oiv vale la pena di rispondersi alla domanda: che segnale voglio dare con questo organismo? Voglio cogliere un’opportunità? A questo punto non vedo problemi sia nell’inserimento del segretario tra i membri (meglio che non sia l’unico membro però…) oppure tra la struttura a supporto dell’Oiv stesso.
D: può costare di più l’Oiv rispetto al passato? E il nucleo di valutazione?
R: Che dire. L’Oiv non è obbligatorio, quindi non è obbligatorio, almeno da un punto di vista giuridico, il contenimento della spesa nei limiti del precedente sistema dei controlli. Il Nucleo non ha avuto vincoli particolari in passato. Poi entrano in gioco le norme sul contenimento della spesa pubblica di cui al Dl n. 78/2010. Mi sembra eventualmente più corretto inquadrare il problema in quest’ultima disposizione, piuttosto che sulla specificità del D.lgs. 150/2009.
D: le sta simpatica la Civit?
R: una volta collocate al punto giusto le deliberazioni della Commissione, è tutto ok. Mi fa piuttosto pensare la rincorsa da parte degli operatori a interpretazioni e pareri che dicano “si fa così” senza prima aver ragionato il più possibile sulle norme.
D: quali sono i suoi timori sulla Riforma?
R: che si perda un’opportunità. Che ci si adegui “sulla carta” ma non nei fatti. Che rimanga tutto come prima. Che si avveri quanto affermato da Kafka: “Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia”.
Per le altre parti dell’intervista: https://www.gianlucabertagna.it/2011/02/09/riforma-brunetta-in-pillole-ii-parte/