Ancora due parole sul DPCM assunzioni e GLI AUGURI

Prima della pausa natalizia, ma in attesa che venga comunque pubblicato in Gazzetta Ufficiale il tanto annunciato DPCM sulle assunzioni dei comuni, mi permetto ancora qualche considerazione a quanto finora diffuso (cliccare QUI per il documento).

Dal punto di vista meramente tecnico, evidenzio che:

– non viene disapplicato nessuno dei limiti vigenti (spese di personale, limite al trattamento accessorio, turn-over);

il Decreto, non prevede, mai, in nessun caso, divieti di assunzione. Voglio sottolineare questa frase, perchè ho già ricevuto diverse mail che affermano l’opposto. Quindi ripeto: questo è il Decreto Crescita e quindi indipendentemente dalla fascia in cui un ente si ritroverà non avrà MAI un divieto di assunzione. Eventualmente dovrà bilanciare le assunzioni con maggiori entrate per rispettare il valore soglia nel 2025. Ma ne riparleremo.

– i Comuni che hanno più servizi a domanda individuale, rischiano di essere penalizzati;

– i Comuni che hanno la spesa di personale molto al di sotto della media 2011/2013 faranno fatica ad applicare i nuovi bonus assunzionali;

– (corollario delle due ultime osservazioni: chi ha sempre assunto (e quindi speso) sarà quello che avrà maggiori benefici, ma ormai anche questo sistema di premiare chi in passato ha fatto peggio non è una novità…);

– il limite al trattamento accessorio verrà adeguato solo dal 2020 e quindi il fondo del 2019 non subirà effetti per l’eventuale riduzione o assunzione di dipendenti.

Dal punto di vista delle aspettative, invece capisco la delusione di tanti. D’altronde, gli entusiasmi, forse, erano troppi accesi. Non si è mai parlato di un DPCM per liberalizzare le assunzioni, ma per dare le possibilità ad enti virtuosi di assumere un po’ di più. Che poi il risultato raggiunto non sia un granchè è vero. Va ammesso. Certamente è un’opera incompiuta.

 

E adesso veniamo agli Auguri. Nel risentirci a Gennaio, vi riporto di seguito una mia riflessione di questi giorni. Siete tanti che leggete il mio blog e mi date costantemente stimolo a riempire, almeno una volta alla settimana, questo spazio. Non posso stringervi la mano ad uno ad uno. Alcuni di voi non li ho neppure mai incontrati. Lo faccio però virtualmente: una bella stretta di mano con tantissimi auguri di un Buon Natale e un Sereno 2020.

 

2020 è sempre stato per me il titolo di un album dei Timoria. Avevo 25 anni. A quel tempo non pensavo minimamente che quell’anno sarebbe davvero arrivato. Era come un film di fantascienza. Procrastinato lontano là dove nessuno era mai giunto prima. Ed invece, eccoci qua, addirittura dopo aver attraversato non solo un secolo ma anche un millennio. Robe da non credere.

2020 è un bel numero, secondo me. È fatto solo da due numeri che si ripetono. Mi piace. Devo dire che ha qualcosa di compiuto che mi affascina. Staremo a vedere se sarà davvero un anno solido e pacifico come sembrano dimostrare le cifre.

2020. È arrivato talmente alla svelta che i miei auguri vanno esattamente nella direzione opposta, quella della lentezza. Mi sento di augurarmi e di augurare un anno lento. Il maestro buddista Thich Nhat Hanh basa la sua vita quotidiana su tre azioni: sorridi, respira e vai piano.

Uno dei suoi motti è: “Quando cammini, cammina. Quando mangi, mangia”. E penso subito che è esattamente il contrario di quello che succede spesso nel nostro (non) vivere. Ogni cosa che facciamo è spesso distratta da altre. Se guardiamo la televisione, non scappa mai la sbirciatina al telefono. Se leggiamo un libro, controlliamo la notifica sul nostro smartphone. Se stiamo guidando, siamo anche al telefono con un amico. Se siamo davanti al PC abbiamo almeno dieci finestre aperte contemporaneamente.

Ed arrivo agli auguri. La codifica dell’andare piano penso risieda innanzitutto nel perdersi. Io mi perdo quando scrivo. A mano, intendo. Con una penna stilografica ancor di più. Non conta quello che scrivo, ma il fatto che stia scrivendo. Mi concentro sulle curve delle lettere e sul loro collegamento e mi assento da ogni cosa nel vedere l’inchiostro fissarsi sulla carta.

Ecco: auguro a tutti di perdersi. Lentamente. Non tanto. Un pochino. Se possibile ogni giorno. Rallentare, per sorridere, respirare e andare piano.

Buon 2020 a tutti.

Gianluca

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