Tre emendamenti molto importanti in tema di personale

Mi hanno chiesto un compito a casa, un tema. Titolo: “Parla di tre cose e aggiungi un’avvertenza”. Ci provo.

È trascorso un mese e mezzo dall’inizio dell’anno e le novità in materia di personale non si sono fatte attendere, anche se la questione più importante: “Quanto gli enti possono assumere” è ancora in sospeso in quanto collegata ad un Decreto attuativo non ancora in Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo, altre novità hanno surclassato le già non chiare novità. Eccole qui.

Primo. Sembra che gli enti non dovranno più fare quesiti alle Sezioni regionali della Corte dei Conti ma che tutto il sistema del rapporto collaborativo espresso in pareri e orientamenti vada gestito a livello centrale dalla Sezione Autonomie. Tutto questo perché la troppa confusione interpretativa rallenta l’azione amministrativa. Aggiungo solo: era ora.

Secondo. Ci si è accorti che nell’applicare il metodo di calcolo previsto nella BOZZA del d.p.c.m. in attuazione del Decreto Crescita, la fascia (voluta fortemente da ANCI) intermedia, cioè degli enti che stanno tra le due percentuali, era la più penalizzata. Mi rimane ancora incomprensibile il perché tale fascia sia stata inserita però allo studio c’è questa novità: anziché dare come obiettivo il non superamento della spesa dell’ultimo rendiconto approvato, sembra che venga introdotto l’obbligo di non superare il rapporto spese di personale su entrate correnti sempre dell’ultimo consuntivo. Mah.

Terzo. Qual è la norma che più di tutte incide sull’utilizzo delle graduatorie? Art. 91 comma 4 del d.lgs. 267/2000. Lo scorrimento è possibile a patto che non si tratti di posti creati o trasformati successivamente all’indizione del concorso. Sembra che verrà spazzata via, liberando quindi gli enti da un guinzaglio ormai troppo anacronistico per i nostri tempi.

Fine. Ah, no. L’avvertenza. L’avvertenza sta nella parola “sembra” che ho più volte utilizzato sopra. Infatti, queste novità sono contenute in emendamenti in fase di conversione del Decreto Milleproroghe. Quindi: massima attenzione! Di certo, se tutto questo dovesse passare, stavolta un sorriso possiamo davvero concedercelo.

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