Integrato – nel Piao – vuol proprio dire integrato

La lettera “i” nell’acronimo PIAO sta per “integrato”. A volte le cose sono sotto i nostri occhi e sono pure talmente semplici che non meriterebbero altri approfondimenti.

Che integrato voglia dire che non si possono più adottare singoli atti sulle singole sezioni del Piao è apparso fin da subito la finalità dell’intero impianto del nuovo Piano. E che questo complichi un po’ le vite degli enti locali, non vuol dire che allora si debbano trovare soluzioni diverse dalla ratio della norma.

Lo dice la Corte dei conti Sicilia nella Deliberazione n. 48/2023.

Un comune ha chiesto alla sezione se sia possibile, nelle more dell’adozione del PIAO che risulti ritardata dalla posticipazione del bilancio procedere con l’aggiornamento della sola sottosezione dei fabbisogni 3.3 del PIAO.
I magistrati contabili dapprima sottolineano “l’ineludibile presupposto della previa programmazione delle assunzioni nelle more della approvazione del nuovo PIAO”.
Ritengono, poi, che l’aggiornamento della sola sottosezione 3.3 del Piano precedente confligga con la unitarietà necessaria del PIAO: esso, sottolinea la delibera, è “uno strumento unitario, ‘integrato’ (lo rende esplicito la definizione stessa), che sostituisce i piani del passato e li ‘metabolizza’ in uno strumento nuovo e omnicomprensivo”.

La Delibera dice altro. Che però andrà letto con l’emendamento presentato in sede di conversione del Milleproroghe. Ma, almeno, quanto sopra non è in discussione.

 

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