Due considerazioni sulla direttiva del Ministro sulla performance

A questo link https://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/performance_individuale-nuove_indicazioni_misurazione_e_valutazione.pdf potete scaricare e leggere la Direttiva del Ministro in materia di misurazione e valutazione della performance individuale. Spero vi appassioni.

Personalmente, tra uno sbadiglio e l’altro – come peraltro, spesso, mi è capitato di fare con tutte le identiche direttive degli ultimi Ministri per la Pubblica Amministrazione – mi sono fatto due annotazioni che condivido con voi.

La prima. Sarebbe tutto bello. Ad esempio questo: “Quando si misura il merito di una persona, non si esprime una valutazione valoriale sulla persona, ma, anzi, si declina il suo profilo di competenze, di esperienze, il suo potenziale. Quindi, valutare il merito significa misurare la capacità che abbiamo di esprimere i nostri talenti le nostre virtù; significa individuare le aree di miglioramento, in fin dei conti occuparsi del benessere delle persone; significa spronare le persone nella ricerca del risultato, cercare di colmare le loro debolezze, cogliere le loro potenzialità e orientarle a svolgere le funzioni più adatte alle loro caratteristiche. Questo significa valutare il merito.”

Eh sì. Valutare il merito sarebbe proprio questo. In un mondo ideale però, in cui tutti siamo buoni e infatuati di un amore universale. Poi, però, quella valutazione sfocia in un numerino in fondo ad una pagella. Quel numero viene messo in un file di Excel. Da quel file di Excel derivano retribuzioni e compensi. Quelli della performance o, ancora più importanti, quelli delle progressioni orizzontali o verticali. Quindi, finchè la valutazione sarà collegata a strumenti contrattuali che lasciano poco respiro e indirizzata, il più delle volte, verso un appiattimento delle retribuzioni, quelle di cui sopra restano, purtroppo, solo belle parole.

La seconda considerazione che è più che altro la risposta a una domanda che mi è già stata fatta: siamo obbligati a modificare il sistema di valutazione dopo la Direttiva? Allora, intanto è una Direttiva e non una norma di legge. Quest’ultima c’è già: è l’art. 7 del d.lgs. 150/2009 che invita gli enti, annualmente, a verificare ed eventualmente a modificare il proprio sistema di misurazione e valutazione. Il quale, ne sono sicuro quanto meno per gli enti locali, nella stragrande maggioranza dei casi è già allineato a quanto affermato dal Ministro.

Il problema raramente è il sistema.

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