I comuni

Il mio è un lavoro fortunato. Mi dà la possibilità di stare ogni giorno in mezzo alle persone e condividere con loro un pezzo di strada. A volte però penso ad altre piccole gioie della mia attività. Una di queste è il poter entrare in luoghi difficilmente accessibili se non a poche persone. L’altra sera facevo un po’ di conti: ad oggi ho varcato la soglia di oltre 300 palazzi comunali. La prossima mossa sarà quella di comprarmi una cartina dell’Italia ed evidenziarli tutti. Mio papà si segnava sul mappamondo gli Stati che visitava per lavoro. Io mi limiterò ad individuare i piccoli centri italiani.

Ci sono comuni di una bellezza senza fine. Penso che lavorare in quegli uffici affrescati e dalle volte alte sia una fortuna, a volte inconsapevole, da non sottovalutare. Alcuni sono delle vere e proprie ville riadattate ad uffici. Da un momento all’altro ci si aspetta una comitiva in visita turistica. Alcune volte vi è tutto un parco attorno con fontane, giochi e panchine.

Ma ci sono anche i comuni moderni. Quelli costruiti da zero. Se a volte possono sembrare stravaganti nelle linee e nelle forme, è altrettanto vero che sono realizzati per garantire la massima comodità alle persone che vi lavorano e ai cittadini.

A volte in pieno centro, a volte in aperta campagna. A volte in cima ad una collina, a volte in una sperduta frazione. Sono punto di riferimento per la comunità. I cittadini possono arrivare solo all’entrata dove nella maggioranza dei casi è collocato l’ufficio anagrafe, elettorale e lo sportello unico. Salire al piano di sopra non è possibile a tutti. Ed è per questo che cerco di farlo con la maggior attenzione possibile portandomi via qualche emozione nascosta.

Non mancano le sorprese. Durante i miei viaggi ho spesso desiderato entrare in un palazzo comunale in quanto da fuori mi sembrava una perla unica. Poi ci sono capitato per lavoro. Ero tutto emozionato ed invece… un disastro! Una confusione terribile, uffici non ben delineati, il moderno affiancato al passato. Una delusione. Ma altre volte accade anche il contrario. L’amministrazione ha preferito sistemare prima all’interno e solo successivamente provvederà a rivisitare la facciata esterna.

A volte si sente il peso della storia, a volte la volontà del servizio, a volte la solennità di un momento. Ed è sempre bello.

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