È stato l’ultimo a scendere dal palco. Si è messo vicino alla porta ed ha stretto la mano a tutti i musicisti e cantanti che lo hanno supportato nello spettacolo. È così che si dirige una nave. È con questi gesti che si crea lo spirito di squadra capace di regalare i brividi delle emozioni. Bruce Springsteen è del 1949. Metà secolo scorso. Fa impressione solo pensarlo. Ecco il conto: quasi 64 anni. Tre ore di concerto filate, allo Stadio Euganeo di Padova, il 31 maggio 2013.
C’è stato un periodo della mia vita in cui di The Boss non mi lasciavo sfuggire nulla. Penso di aver comprato anche dei vecchi LP taroccati di concerti registrati illegalmente (bootleg). Leggevo le sue canzoni per mettermele in testa, perchè solo in questo modo riuscivo a capire le parole pronunciate. Qualcuna ho imparato a suonarla con la chitarra. Amo “The river” e la metto senza dubbio tra le dieci canzoni più belle di tutti i tempi, anche se ieri sera non ci è stata donata.
Il clima da concerto è sempre bellissimo. Lo stadio che piano piano si riempie e si anima di colori. Tu ti guardi attorno, cerchi volti e movimenti. Poi cala la sera, un ultimo raggio di sole e la magia inizia.