Dai primi di novembre sono senza smartphone. Mi è caduto e si è rotto. Una di quelle morti lente nella quali tutto diventa buio pian piano. La notte è iniziata nell’angolo in alto a sinistra e poi, via via, ha risucchiato ogni pixel dello schermo. Penso sia una specie di Alzheimer e dal libretto delle istruzioni mi pare di capire che la medicina non abbia ancora trovato soluzione.
Non è che ci viva male, visto che ho trovato un sostituto che fa quello che un telefono dovrebbe fare: le telefonate (e gli sms). Certo, senza smartphone sei un po’ fuori dal mondo. A Capodanno mi hanno fatto gli auguri via sms tre persone. E due hanno risposto ai miei. Penso che la vita (virtuale) si sia spostata su whatsapp, dove mandare gli auguri “copia-incolla” o “urbi ed orbi” è certamente più facile. Ma sui cellulari preistorici non si installa.
Per sostituire il mio smartphone, mi sono rivolto incondizionatamente all’esperienza di mio figlio quattordicenne il quale, a giudicare dalle ore che ci passa sopra, dovrebbe essere il massimo esperto in materia. Mi ha spiegato mille cose che non ho capito e alla fine mi ha detto: prendi questo, è come il mio ed ha una potenza esagerata (a gestire i cinque amici di Capodanno dovrei farcela, insomma). Però viene da lontano, dalla Cina.
Visto che con l’acquisto del suo era andato tutto bene, lo acquisto su Amazon dal medesimo rivenditore. I tempi di consegna del suo erano stati di 15 giorni. Per il mio ho dovuto aspettare un mese e mezzo per vedermi ricevere una lettera delle Poste (Italiane) che mi comunicavano che avevano aperto il pacchetto e, scovando un cellulare, dovevo pagare i diritti doganali. Ok, pago, ho scritto, dichiarando pure che non vi era dentro una pelliccia (se l’avevano aperto, forse l’avranno visto anche loro, no?).
Dopo altri quindici giorni, arriva finalmente il pacchetto. Lo apro e… ecco il mio nuovo smartphone.
Mio figlio, si avvicina, ride come un matto ed esclama: “Uao, che fortunato! A te hanno dato anche l’ultimo modello, quello che se cade non si rompe più…”.
“Proviamolo un po’ sulla tua testa!!!”
(Giusto per non buttar via niente, sto pensando a come sfruttare il regalone. Secondo me dovrei acquistarne un altro, attaccare dei cavi a quei chiodi, mandare il genio di mio figlio in un’altra stanza e dirgli di provare il “cellulare coi fili”. Magari è un’invenzione che avrà futuro…).
Fantastico!
Probabilmente andremo così “avanti” che torneremo al Nokia 4110… Che intanto dovremo imparare ad usare un’altra volta.