Nel giro di cinque giorni sono stato a due concerti. Il primo, al Forum di Assago, dei Muse. Ho comprato i biglietti più o meno dieci mesi fa. Le loro canzoni mi mettono addosso una bella carica, qualche brivido da pelle d’oca, qualche emozione da testa che se ne va a spasso senza meta. E così, dopo anni, ho desiderato vederli dal vivo. Spettacolo molto coinvolgente, di quelli che mescolano nel modo migliore musica e scenografia. Quindi, mi sono molto piaciuti, ma una cosa la devo dire: ho avuto l’impressione che fosse una specie di “compitino”, svolto tremendamente bene, ma tra le righe di un quaderno ben organizzato.
La seconda esperienza musicale è stata qua, nel mio paese. Omar Pedrini ha tenuto un concerto acustico molto intimo e semplice. Ha ripercorso le sue canzoni più famose, spiegandole, prima, una per una. Mi è piaciuto, soprattutto quando ha riproposto alcune canzone dei Timoria, gruppo che ho amato tanto da conoscere tutto a memoria. Dalla band è uscito (o è stato cacciato fuori?) Renga e poi c’è stata la diaspora. La mente, sicuramente era Omar, che ha continuato, a suo modo, a vivere il mondo della musica. Incontrarlo, è stato quindi particolarmente piacevole in un’atmosfera molto lontana dalla confusione.
Da 12.000 a 120 spettatori in pochi giorni. Ma i brividi, non sentono queste differenze.