I miei auguri di Natale e per un buon 2020 erano tutti incentrati sul verbo “rallentare”. Non intendevo esattamente tutto quanto è poi successo. Giuro: non lo farò mai più. Siamo nel pieno dell’emergenza sanitaria e ci ritroviamo tutti spaesati nel nuovo stile di vita che, volenti o nolenti, ci è stato imposto.
L’invito a stare a casa è stato l’occasione per rivedere tante cose. Ne siamo tutti consapevoli. Ed immagino che nella nuova routine del quotidiano ci sia chi si trova perfettamente a suo agio nella definizione di rigidi confini di abitudinarietà e chi, invece, si senta spiazzato dall’assenza di improvvisazione o imprevedibilità. Ma eccoci qua, così come siamo. Anzi, proprio così come siamo: spogliati da tutto il resto obbligati a far conto, in un silenzio particolare, con i nostri umori, le nostre caratteristiche, i nostri difetti, le nostre vocazioni.
E arrivo all’augurio. È vero che è diventato tutto più lento, forse anche più intimo. È vero che il silenzio fuori e dentro rischia di far addormentare le nostre anime. È vero che il non incontro con gli altri rischia di abbassare i sorrisi. Però, se c’è una cosa che vorrei non perdessimo è l’entusiasmo. Sì, gli stimoli, le idee, le invenzioni e le intuizioni. Vorrei che non si assopisse anche la nostra “genialità”, quei colpi di fulmine verso il nuovo e i pensieri innovativi. Cerchiamoli e teniamoceli stretti. Ci serviranno.
Auguri di Buona Pasqua a tutti.