Desideroso di rispettare fin dal principio ogni obbligo imposto, mi sono sempre domandato cosa significasse poter fare attività motoria “in prossimità” della propria abitazione. E ho scoperto, come spesso accade, che l’Italia è una cosa meravigliosa.
Ovviamente, da razionale che sono, non intendevo la banale risposta: “vicino a casa”, ma mi servivano dei numeri: metri, chilometri o centimetri. Numeri. E, nel modo più italiano possibile, sono arrivati. Perché, potete starne certi, da ora in poi tutti avremo nella testa una dimensione: 200 metri.
Il gioco deduttivo è molto semplice. Ecco le tappe di un processo mentale/giuridico.
- In un primo decreto del Governo si dice che l’attività motoria è possibile in prossimità della propria abitazione;
- Il Governatore Zaia (Veneto) nella propria ordinanza indica un termine diverso: 200 metri;
- Intanto, nel resto del Paese rimane il concetto di prossimità;
- Poi, anche in Lombardia, il Governatore Fontana passa a definire lo spostamento massimo nei 200 metri;
- A livello nazionale continua a valere la prossimità;
- Da ultimo Zaia, con l’ordinanza del 13 aprile, ritorna al concetto di “prossimità della propria abitazione”;
- Titoli dei giornali: in Veneto si può fare di nuovo jogging. Prendiamo ad esempio il titolo del Corriere della Sera online: “In Veneto via il limite dei 200 metri per fare jogging”. Che è vero, ma c’è il limite della “prossimità”. Infatti nell’ordinanza troviamo scritto: “l’attività motoria è individuale e deve svolgersi in prossimità della propria abitazione”.
Al che, io, razionale senza scrupoli, deduco che “in prossimità” vuol dire “più di 200 metri”. Si badi bene: a questo punto SOLO IN LOMBARDIA, vale la regola dei 200 metri. Nel resto di Italia (http://www.governo.it/it/faq-iorestoacasa) rimane il concetto di “prossimità” che però è più vantaggioso per i runners.
Insomma, nel giro di un mese si è risolto questo grande dubbio dell’umanità. Buona corsetta a tutti.