Il Giusepì

Il Giusepì – 24 Luglio 2010

Mio suocero è del 1930, quindi ottant’anni. È famoso per le sue avventure, entrate ormai nel mito piuttosto che nella storia. Ieri ne ha combinata un’altra.

È notizia apparsa su tutti i media che il mantovano è stato colpito da un nubifragio. Il Giusepì, mio suocero, c’era.

Poco prima delle 15 ha pensato bene di andare alla canaletta a fare il bagno. Ha inforcato il mio Ciao e si è diretto in mezzo ai campi, divisi appunto dai canali per l’irrigazione che prelevando l’acqua dal Canale Virgilio, la smistano alle varie proprietà.

A nulla è valso il monito della figlia Chiara: guarda che sta per venire a piovere!

È tornato a casa tre ore dopo in stato confusionale. Ma a questo punto possiamo contare solo sul suo racconto.

Stavo facendo il bagno quando ho visto che il temporale si avvicinava. Allora sono uscito, ma era troppo tardi. La grandine iniziava a cadere. Mi sono buttato con il motorino sotto una pianta, ma è stata ribaltata in un secondo. Allora ho visto un altro albero lì vicino. Sono andato lì sotto. Anche questo è stata rovesciata. Per fortuna è però caduto sulla canaletta di traverso. Allora mi è venuta un’idea. Mi sono buttato dentro l’acqua e mi sono messo quatto quatto sotto l’albero che mi proteggeva. Quando la grandine veniva forte mi mettevo con la testa sotto l’acqua per attutire il colpo. Poi ha smesso. Ho preso il Ciao e sono tornato a casa.

Tutto questo in dialetto. In italiano non rende per nulla.

Fatto sta che è tornato a casa “perso”. La testa piena di bernoccoli e le braccia di ematomi. Per sicurezza è stato portato al pronto soccorso. Qualche cerotto e via. Alla sera era già in super-forma.

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