Sui mondiali 2010

Sui Mondiali 2010

E’ tempo di calcio. E’ nell’aria. Ma sta già per finire. Qualche commento, giusto per non dimenticare anche questa edizione della coppa del mondo.

– E’ un momento in cui a vedere calcio ci sono anche delle rappresentanti del pubblico femminile. Tra campionato, coppe, champions, ecc. ecc. le settimane dell’anno sono stra-piene di questo sport e giustamente non si avvicinano alle partite. Poi coi mondiali scatta qualcosa anche in loro. Forse anche il sexy appeal di qualche giocatore, ma per l’occasione sono sul divano con noi. Certo, poi quando ci chiedono per l’ennesima volta cos’è l’offside, il fallo laterale o come funzionano i punti delle qualificazioni capiamo, borbottiamo e ovviamente… sorridiamo!

– Nella Nuova Zelanda c’erano dei giocatori che nella vita fanno tutt’altro: avvocato, assicuratore, commercialista, banchiere, ecc. Ma possibile che riescano a tenere il passo con i giocatori professionisti degli altri paesi? Possibile e vero. L’Italia ci ha fatto l’ennesima figuraccia. Lezione di vita. Della serie: se uno vuole può! Se uno non ne ha voglia non va da nessuna parte.

– Non le avrei ovviamente guardate tutte le partite, ma io la tv a pagamento proprio non la sopporto. E fin che posso ci sto lontano. Starei distante dalla tv a prescindere. Ma la tentazione è forte a volte.

– Questo Lippi mi ha dato l’orticaria fin da quando ha sostituito Donadoni. L’addossarsi la colpa, l’ennesimo evento mediatico. Ma stavolta è vero. Buona parte è colpa sua. Non tutta. Non è lui a non-correre sul campo. E nessuno può costringerti a correre. O hai voglia o no. Punto.

– Avrei preso su Cassano e Balotelli? Sinceramente da due anni a questa parte avrei lavorato solo sui giovani. Questi ed altri. Così non avrei avuto il dubbio alle soglie del mondiale. E poi Balotelli che a fine partita prendeva a pistolate (caricate a salve, ci mancherebbe) gli avversari, chi se lo sarebbe mai perso?!?

– Il mondiale di calcio è un evento. Sentito, partecipato, vissuto. Ci sono altri sport. Che fanno meno rumore, ma che sono altrettanto belli. E che fanno meno male. Alla salute, all’umore e agli stati psicologici. I troppi visi “tirati” attorno al calcio danno la nausea. Si prendono troppo sul serio. Qualche sorriso in più davvero ci manca.

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