Domani ho un corso ad Ameglia. Ho prenotato la camera a Sarzana, in prossimità del centro storico. L’avevo già visitato una decina di anni fa. Non mi aveva entusiasmato, ma un po’ ci avevo scommesso. Quindi, mi son detto, diamogli un’altra occasione. Ho fatto bene.
Poco prima del tramonto mi avventuro tra le vie del centro. Un piacere assoluto. Tutto chiuso dal traffico delle macchine, passeggiare è un incanto. Sul selciato sono riflesse le luci dei lampioni che rilasciano color arancio. I negozi sono in fase di chiusura, studio gli orari e so che sfrutterò l’ora più tarda in una libreria. Nel frattempo mi butto in una bottega del fumetto. Il profumo appena si entra è di quelli che mi fanno impazzire. Passeggio tra i corridoi. A volte apro qualche quaderno. Alle pareti ci sono disegni veri di autori veri. Scopro (e compro) un’edizione speciale di dieci segnalibri vicino alla cassa.
Uscendo sento il piacere di stare ancora solamente con la camicia. Ci saranno più di venti gradi. Devo cercare un posto per la cena. Passo nella piazza grande dove è presente una giostra in stile antico. Qua e là ci sono delle fontane. Arrivo al castello, mi siedo sul muretto e faccio qualche telefonata.
Il cellulare lo uso anche per qualche foto. Non sono cose che mi piacciono molto, ma in extremis va bene anche questo.
Cerco il ristorante per la cena. Ce ne saranno una quindicina nel borgo. Vago qua e là e poi mi imbatto alla trattoria “Dal Gian”. È la mia, lo sento. Sono solo io, poca gente in giro. Faccio amicizia con tutti della gestione famigliare. Il Gian è un bravo cuoco, la Letizia una brava cameriera, le piccole Anna e Alice due bambine veramente birichine. È tutto a base di pesce. Ogni assaggio è abbinato ad una verdura diversa. Assaporo e sorrido.
Poi esco. C’è il tempo per un’altra passeggiata. Ora è ancora tutto più silenzioso. Torno all’albergo e faccio un saluto a casa, rimpiangendo di essere lì da solo. Poi chiudo gli occhi, sazi. E mi addormento all’istante.