Waka waka

Si sa. Le prime parole di un bambino dovrebbero essere “mamma” e “papà”. E fin qua ci siamo. Il problema semmai sta nell’indovinare quale possa essere il terzo verso riconducibile ad una parola di senso compiuto. Mai avrei scommesso su un banale Waka Waka.

Nell’estate del 2010 il tormentone di Shakira ha accompagnato il mondiale di calcio sudafricano. La danza è stata inserita di diritto tra le richieste più gettonate alla radio e durante i balli di gruppo. Impossibile uscirne indenni. Anche P., che ha avuto la fortuna di seguire l’avventura del mondiale a poco più di un anno di vita, non riesce più a fare a meno del Waka Waka.

La melodia inizia ad entrare nella nostra casa al termine delle attività estive di L. e M. che ci mostrano per filo e per segno ogni singolo passo della danza. Rimaniamo esterrefatti visto che i due hanno sempre disdegnato tutto ciò che aveva a che fare con un balletto. Ma il gruppo trascina e quindi eccoli qua a ripetere parole, movimenti, salti. La richiesta di inserire la canzone sull’Mp3 per ascoltarla di tanto in tanto mi lascia basito.

P. è lì. Ascolta e vede tutto. Assimila e fa proprio. E ovviamente tende ad imitare. Durante il campo scuola sale sul palco con i ragazzi e gli adolescenti. Al mare richiede in continuazione che dal mio cellulare (sul quale sono stato costretto ad inserire il tormentone) escano le note del Waka Waka. Ora siamo persino arrivati al livello che quando mi vede davanti al computer arriva mugugnando la richiesta del video di Shakira su Youtube.

L. e M. di tanto in tanto azzardano qualche altra richiesta. La più gettonata è Tik tok di Kesha. Io ci provo e propongo, di nascosto, degli improbabili U2 o Green Day. Si e no ci stanno su un minuto per poi ritornare ai loro preferiti.

Ma per P. non ci sono alternative. Tre parole: mamma, papà e Waka Waka. Tutto, ovviamente, fa storia.

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2 pensieri su “Waka waka

  1. Cinzia dice:

    Ciao sono una mamma di tre figli, impiegata in un ufficio personale comunale e a casa in maternità ormai da più di un anno.
    Devo dirti che il tuo racconto sul waka waka mi ha molto divertito … anche mio figlio, che ha solo 11 mesi, appena sente questa canzone inizia ad agitare le manine e si alza in piedi in una sorta di ballo “tribale”. E’ divertentissimo!!!
    Sono molto preoccupata per il mio, ormai prossimo, rientro al lavoro perchè non ho la minima idea di che cosa sia il piano delle performance e tutto il resto della riforma Brunetta.
    Cercherò di capirne qualcosa leggendo il tuo sito…… intanto però mi godo ancora per qualche tempo il mio piccolo waka waka.
    Un saluto

  2. gianlucabertagna.it dice:

    Il piano della performance è un cosa semplicissima.
    Prendiamo il cambio del pannolino.
    Deve essere:
    – efficiente: cioè allacciarlo dalla parte giusta
    – efficace: essere fatto a tempi costanti per evitare arrossamenti
    – economico: cioè acquistare scatoloni di pannolini della misura giusta in offerta prima che diventino troppo piccoli
    Sui primi due ho qualche difficoltà. Mia moglie qua non sbaglia un colpo.
    Sull’ultimo punto sono invece meglio io.
    Le grida del piccolo sono il miglior controllo di gestione possibile!

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