Londra

Io amo Londra. Non ci posso far niente. È stato amore a prima vista. Oltre 25 anni fa. Ero in vacanza studio e la gita finale era nella capitale. Ci sono poi ritornato nel 1988 e lì sono capitolato. Una settimana con la classe delle superiori. Ealing Brodway. Da lì si partiva per l’esplorazione giornaliera dei diversi quartieri. Un anno dopo e ci sono di nuovo. Stavolta in una sosta del mitico viaggio con l’Interrail, una Cosa degli anni ’80 che con trecentomila lire ti permetteva di girare sui treni di tutta Europa. Ero con Francesco, Luigi e Andrea e la destinazione era Scozia e Irlanda. Nel 1996 ci sono ritornato mentre aspettavo di laurearmi, quel tempo morto che c’è tra il deposito e la discussione della tesi. Poi basta. Tanti anni di assenza. Forse troppi.

Qualche giorno fa ho però incassato il “premio” per esser stato testimone al matrimonio di mio fratello di un anno fa. Così, domenica sera, io, mio fratello, il Cimino, Zago (Besula) e Chicco siamo partiti per tre giorni a Londra.

Nonostante le mie visite precedenti, ho goduto di momenti unici. Abbiamo camminato di brutto, nei luoghi classici della capitale. Loro non c’erano mai stati. Ma ho avuto il tempo anche di un sano “walk and get lost” che mi ha portato in un quartiere, Temple, che non avevo mai visto prima; i quattro li avevo spediti soli alle Tower of London, luogo da me già visitato due volte.

Penso di sapermi muovere sulla metropolitana a memoria. Diciamo: non sbaglierei di certo la direzione. Amo la Tube. Non posso farne a meno. Amo lasciar scorrere il tempo nei pub, sia per il pranzo o la cena, ma anche nei momenti più impensati. Amo i luoghi nuovi, mai visti prima, e rivedere quelli in cui sono passato altre volte. Amo perdermi nei musei, anche se dopo un po’ mi stanco, soprattutto quando ci sono solo quadri. Londra è sempre un’esperienza. E già mi manca.

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