Andar per campeggi, racconta molto di un popolo. Qualche giorno nei campeggi della Baviera e lo spettacolo tedesco è servito.
Tutto è organizzato alla perfezione, anche il ritmo del battito cardiaco. Prima di tutto la registrazione. Ci sono sempre almeno due file. Da una parte chi ha prenotato, dall’altra chi capita lì all’improvviso. Le eventuali, ma rarissime, code al check-in sono nel massimo ordine. La signorina parla elegantemente l’inglese, qualora ci fossero problemi con il tedesco. Ti fanno subito vedere quale sarà il prezzo finale, a cui andrà aggiunta l’energia elettrica. Quasi sempre infatti i campeggi non hanno un vero e proprio all-inclusive. Si paga quello che si consuma. E il prezzo complessivo rimane così più basso. In compenso, guadagnano sulla pubblicità: la carta per asciugarsi le mani nei bagni è quasi sempre costellata di promozioni di prodotti vari. Credo che abbiano battuto anche la Ryanair.
Gli spazi sono sempre ben chiari e definiti. Mai visto una roulotte o una tenda fuori posto. Ci si saluta sempre, tutte le volte che ci si incontra.
L’attenzione per i bambini è alle stelle. Il piccolo di quattro anni, si sarà fatto la doccia cinque volte al giorno perché c’erano i bagni di Winnie-the-pooh. I parchi gioco sono qualcosa che ti fanno desiderare di tornare piccolo. C’è sempre il tappeto elastico e il tavolo da ping-pong.
Generalmente questi spazi sono occupati dagli stranieri. I bambini tedeschi non ci sono perché altrove impegnati. Il più delle volte stanno facendo il bagno in qualche pozzanghera che loro chiamano “lago” oppure sono a lavare i piatti (secondo me glielo insegnano il giorno stesso del battesimo).
I bagni, oltre ad essere sempre puliti, sono un momento di aggregazione per eccellenza. Ad esempio a me piace lavare i piatti (solo nei campeggi, perché a casa c’è la lavastoviglie). Mi piace troppo il silenzio accompagnato dal tintinnio delle posate.
In un campeggio, nella zona lavatrici, c’era persino un salottino con varie riviste e un Forza 4 Gigante dove si stavano cimentando due signore in attesa della biancheria pulita. C’è il rischio che siano ancora là…
Nei campeggi tedeschi non c’è quasi mai l’animazione. Che non è tanto per l’animazione in sé, quanto piuttosto per gli animatori che ti vengono a rompere per proporti la mitica sfida di tiro con l’arco o di tiro alla fune (da non confondere le due specialità). Insomma, nessuno ti “costringe” a far niente. Solo questo varrebbe il viaggio.
La perfezione tedesca non finisce lì. Appena fuori dai cancelli del campeggio c’è sempre una fermata dell’autobus che ti porta dove vuoi andare oppure una pista ciclabile che ti permette di raggiungere le mete più vicine.
Devo dire che di fronte a tanto ordine e precisione, a volte ti viene quasi voglia di calpestare un’aiuola o di metterti ad urlare nel bel mezzo della notte.
Il costo al giorno per un camper e cinque persone non ha mai superato i 40 euro, che per luglio non è tantissimo (di certo meno che in Italia…).
Poi chissà, forse mi è andata solo bene.