Questa mattina, all’uscita di scuola, mi è capitata una cosa strana, ma penso diffusa.
La scorsa estate, al mare, avevo incontrato un mio concittadino. Ci siamo fermati a chiacchierare per almeno venti minuti come fossimo stati amici di sempre. Ancora un po’ e uscivamo a cena insieme. Una specie di goliardia in terra straniera, tipo quella che succede quando ci si saluta sui sentieri di montagna. Come a dire: non appena ci si lascia alle spalle il cartello con il nome del proprio paese si è un po’ tutti senza patria. E allora, incontrare un abitante della tua città è come una festa dell’amicizia, del ritrovarsi, del condividere un percorso. Sintesi: amici in terra straniera.
Se invece ti incontri davanti alla stessa scuola dello stesso paese, non sei più nessuno. Ti guardi, ti fissi e tiri avanti per la tua strada. Sintesi: sconosciuti nella stessa terra.
Siamo proprio esseri strani noi umani, neh?