Un tema

In seconda superiore la profe ha dato questo tema a mio figlio: “Vivere è fare l’uncinetto con la vita degli altri”. E’ una citazione di Pessoa. Mio figlio lo ha reputato difficilissimo e, elegantemente, mi ha esposto la sua teoria: “Ti dico io come funziona. Adesso l’Italia è in crisi no? Allora credono che se caricano di più di compiti gli studenti, l’Italia esce dalla crisi, ma è una putt****a enorme”. Il ragionamento non fa una grinza e per non perdermi in sottigliezze ho provato a fare il compito anch’io. Ma mi sa che sono finito un po’ fuori tema.

Un filo, un gomitolo, tutto attorcigliato. E, all’improvviso, è tutto così lineare. Una linea retta, un percorso diritto, un cammino senza difficoltà. Solo tu e nessun altro. Tu, capace di essere aggrovigliato e allo stesso tempo semplice. La linea dell’orizzonte, la fine del mare, i binari del treno. Nessun rischio, tutto gira, tutto funziona, tutto inesorabilmente ha un inizio e una fine, senza sbalzi o curve, finitamente perfetto.

Mi sento in pace, vedendo tutto scorrere in una piacevole armonia di ripetizioni di elementi e di certezze che danno sicurezza ai miei passi. Tutto mi procede addosso vedendomi sgretolare da dove sono stato arrotolato per assumere la forma a me più congeniale, la linea retta. Un filo si piega, si curva, si sovrappone, ma torna sempre quello, la propria essenza. Addirittura, a volte, si annoda, ma mani curate, a volte le proprie, sanno riportarlo alla versione originaria.

Poi è un niente. Freddo. Gelido. Come un coltello ti prende, lo passa ad un compagno, ancor più freddo del primo. Giocano, ti prendono la vita, te la attorcigliano, ti girano e rigirano, ti passano di qua e di là, e tutto cambia. Non c’è più terra. Non c’è più mare. Non c’è più certezza. Solo terrore. Tu non hai più il controllo e cedi agli strattoni che senti. Ti lasci prendere, lotti, ma non ce la fai. Sei eternamente sospeso nella scelta se seguire il movimento e lasciarti andare o dimostrare, ad ogni costo, quello che sei. Senza pace combatti, non hai un piano, ma ti senti combattuto tra mille pensieri ed opinioni. Devi farti forza, per essere quello che sei. Devi collocare tutto al posto giusto. Ti accorgi che le pieghe di ciò che sei, si incastrano ora meglio, si adagiano delicatamente tra gli uncini freddi che stanno mescolando te a forze nuove.

Improvvisamente nasce qualcosa di nuovo. Tu non sei capace di vederlo, troppo preso a rimpiangere quando eri linea retta e perfezione. Tu non sei capace di accorgertene, con i piedi ancora arroccati sulle certezze su cui hai sempre contato. Tu non ci badi, ancora innamorato di uno stare sereno e paziente, di moto perpetuo. E invece. Tutto è diverso ora. Qualcosa ti ha forgiato e qualcosa è uscito di nuovo.

Le armi del delitto sono poste a terra. Inerti e incapaci di far male. Al loro posto due mani, dolcezza di un tocco tessuto a pelle. Ti prendono e ti alzano. Ci prendono e ci alzano. In un tutt’uno di sorpresa e ammirazione. Io, gli altri, il mondo. La realtà, i pensieri, i sogni. Improvvisamente tutto è attorcigliato insieme, regalando un quadro nuovo. Non c’è più linea, ma c’è intrigo. E tutto appare bello da vivere, implorando che nessuno venga a sciogliere il nuovo ordine delle cose.

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2 pensieri su “Un tema

  1. Laura dice:

    La propria essenza è l anima del nostro agire. Il gomitolo non è formato da un solo filo, ma di tanti fili colorati. Il gomitolo della nostra vita è il più bel gioco : ti regala, ogni volta che lo prendi in mano, il piacere di scegliere il colore e di scegliere la forma. Mi è piaciuto ciò che hai scritto, conferma ciò che ho letto nei tuoi occhi…. : amante della vita, sensibile, sempre alla ricerca del nuovo che stupisce… Forse il detto di Goethe “sono venuto al mondo per stupirmi” lo posso fare anche un po’ tuo.
    Alla prossima…

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