All’apice della mia formazione culturale da adolescente mi sono imbattuto in Lamù, il cartone animato giapponese con la ragazza blu che veniva dallo spazio. Mi ricordo poco, a dire il vero, ma mi è rimasta nella testa una puntata che in questi giorni, non so perché, mi è tornata alla memoria.
Un ragazzo del manga era uscito una mattina a correre e facendo un certo percorso tra le vie della cittadina aveva disegnato, inconsapevole, il disegno di un teschio o comunque qualcosa di malefico tanto che, addirittura, aveva invocato con i suoi passi il diavolo.
Ovviamente questo è quello che mi ricordo, magari era tutto diverso. Ma non conta. Così mi sono chiesto come mai proprio questa storia mi è rimasta impressa anziché le forme di Lamù perennemente in bikini. Penso che abbia a che fare con l’attrazione che l’uomo vive tra mistico e realtà, tra mondo della fantasia e mondo della razionalità. Una cosa che ho sempre gestito puntando alla seconda sfera, il razionale; si vede, comunque, che anche l’immaginario del soprannaturale esercita qualche fascino su di me.
Qualche giorno fa, in pieno periodo da coronavirus, è girata sui social la voce che sarebbe stato bello che tutti mettessero nel proprio stato di Whatsapp l’immagine di una candela anche per stare più vicini a tutti gli ammalati. E così, sono apparse queste candele un po’ dappertutto, prendendo il sopravvento su citazioni, battute, video e fotografie. Generalmente non partecipo a queste campagne collettive anche perché sarebbe stato il mio primo “stato di Whatsapp” e non mi sembrava davvero il caso di utilizzare “la prima volta” in questa occasione. Quindi, senza criticare, ho scorso le immagini tutte uguali che venivano postate.
Il culmine della vicenda è stato poco dopo, quando, verso sera, è arrivato il contrordine. Qualcuno ha ricevuto questo messaggio: “Cancellate subito tutte le candele che avete messo nei social. È un rito satanico: il 24 marzo è la festa della bestia e si prepara con l’accensione di una candela il 23 sera. Avvisate quanti hanno pubblicato l’immagine di una candela accesa. Grazie”.
Non so, siamo nel 2020. Nel 2020. Siamo nel pieno di un’emergenza sanitaria e alcune immagini postate sui social potrebbero convocare direttamente “la bestia”.
Io credo che non potremo farcela. Non dico a superare il virus. Quello sì. Dico ad uscire da certe banalità per le quali basterebbe un briciolo di razionalità. E mi è venuto in mente Lamù. Che era, appunto, un cartone animato. Peraltro di 40 anni fa.