Ritorno a scuola

Ho sempre scritto volutamente poco di Covid. Forse dovrei continuare su questa strada visto la mia totale ignoranza in termini di conoscenze mediche. Cercherò quindi di tenermi alla larga dal sentenziare o altro per fare giusto (a me stesso soprattutto) qualche considerazione.

Mi sono, più o meno, serenamente vaccinato perchè credo che sia innanzitutto il mio contributo a fare in modo che gli ospedali tornino a fare gli ospedali. Dai dati sembra che la mia fascia di età (50-60) abbia poca probabilità di morire se il tutto viene preso ai primi sintomi, ma mi è sembrato il gesto giusto in questo contesto. Tra l’altro sono tra i “fortunatissimi” a cui è stato iniettato AstraZeneca nonostante fosse sconsigliato ai cinquantenni. Farò la seconda dose tra qualche settimana e mi imporrò per avere il medesimo vaccino. Non sono un tipo da cocktail, insomma. (Che poi, per dirla tutta: con tutti i vaccini che ho fatto in vita mia, questa è la prima volta che mi preoccupo della marca…).

L’altro ieri è stato annunciato il nuovo decreto che prevede le varie restrizioni (ristorante, cinema, sport, ecc. ecc.) per chi non è vaccinato sopra i 12 anni. Il tutto con un occhio anche verso il ritorno in classe di settembre. Le discussioni  sull’argomento le conoscete tutti.

Uno dei primi pensieri che ho fatto, guardando il mio figlio più piccolo dodicenne da due settimane, è stato questo: “quando ero piccolo io la frase che più sentivo quando mi facevo male, quando mi ammalavo, quando mi infettavo era: si dovrà pur fare gli anticorpi sto ragazzo!…”.

Sono ignorante su queste questioni, l’ho già detto e capisco anche che il bambino infetta i genitori e i nonni, ma se i genitori e i nonni sono vaccinati non c’è già la soluzione visto che il tasso di mortalità da Covid per i giovani è una serie di zeri dopo lo zero percentuale? Però l’avevo promesso. Mi taccio su questi aspetti. Non ho studiato medicina, nè chimica, nè virologia (e non dirigo, neppure, una casa farmaceutica, per dire…).

Quello con cui voglio chiudere queste impressioni di luglio 2021 è quanto segue. Ho l’impressione che il vaccino venga visto e trattato come la soluzione più scontata, semplice ed immediata per salvare il mondo. Problema ospedali: vaccinati! Problema mezzi di trasporto: vaccinati! Problema scuola: vaccinati! In questo modo ho paura che si dimentichi che bisogna fare un salto in avanti per trovare delle soluzioni diverse. Prendiamo la scuola. Cosa abbiamo fatto in questo anno per riportare i bambini in classe? Poco o niente (tra il niente ci metto i banchi a rotelle). Oltre a dire “vaccinatevi!”, serve di più: una revisione dei programmi scolastici e una revisione dell’insegnamento tramite Dad (ad esempio: gli insegnanti stanno facendo corsi per gestire un corso in Dad invece che in presenza dal punto di vista della capacità di trasmissione delle informazioni?). E poi, forse, è il momento di occuparsi di edilizia scolastica e anche di come fanno i bambini e i ragazzi a raggiungere in sicurezza la scuola sui mezzi di trasporto pubblico.

Il mio timore è che con la soluzione “ci pensa il vaccino”, poi si spenga una parte del cervello che invece dovrebbe continuare a ragionare per migliorare ciò che è stato brutalmente peggiorato in questi anni.

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2 pensieri su “Ritorno a scuola

  1. andrea dice:

    Condivido il tuo pensiero, aggiungerei solo che, se il vaccino può essere una soluzione, io rimango sempre convinta che la soluzione migliore è capire la causa di questo virus e lavorare (ma ormai chi più ha voglia di lavorare) per sconfiggerla…ma di causa se ne parla sempre meno, fa comodo così, sarebbe troppo faticoso andare alla radice del problema, come dice Lady Violet, non è più di moda. Buona estate.

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