Il (tri)ciclo del primo giorno di scuola

  • Papà, a che ora metto la sveglia?
  • Io la mettevo alle 6.17
  • Ma faccio in tempo a fare colazione e ad andare a prendere la corriera?
  • Con un minuto di anticipo anche…

Questo è il dialogo con Paolo, il terzo figlio, che oggi ha iniziato le superiori. Ho fatto un po’ di conti. Esattamente 40 anni fa c’ero io al suo posto. Poi sono arrivati Lorenzo e Matteo. Ed ora, l’ultimo. Un ciclo di tanti anni e le cose stanno ancora così.

Sveglia ad orario improbabile per iniziare le lezioni due ore dopo. Il freddo per arrivare alla fermata. La corriera stra-piena dove stare in piedi per oltre cinquanta minuti (solo dalla terza riuscirai a trovare un posto, quando i muscoli e le sgomitate aiuteranno un po’ di più). Il girovagare per la città prima del suono della campanella. E poi il ritorno. Le corse-allenamento per prendere il bus, il sudore appiccicato l’un l’altro, i ritardi cronici, la fame e l’invidia nei confronti dei nostri compagni della città che saranno già a tavola da un’ora.

Ma tant’è. Funziona così. Alla fine, poi, i cinque anni passano incredibilmente alla svelta. E cosa pagherei per tornare lì a riassaporare tutto, freddo, gelo e nebbia compresi. Così guardo negli occhi Paolo e provo a vivere tramite lui quei momenti.

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