Tempo sprecato

L’altra sera mia mamma mi ha raccontato che da giovane avevo un foglio sul quale scrivevo tutte le cose che facevo nella settimana. Siccome in quella che era una specie di agenda c’erano un po’ di spazi bianchi mi lamentavo spesso con lei: “Ci sono troppi buchi, sto sprecando del tempo”.

Non me lo ricordavo. Non mi ricordo nemmeno a quale età (superiori? università?) avessi tutta quest’ansia da prestazione. Il fatto è che, probabilmente, era davvero così e credo che possa essere giunto a simili livelli di efficientismo. Non me ne vergogno e colgo i riflessi di tutto quello anche nella gestione dell’attuale agenda che mi piace riempire rigorosamente in forma cartacea.

Con mia mamma abbiamo ricordato tutti gli impegni che negli anni mi prendevo per riempire quelle celle vuote: l’allenatore di calcio, l’animatore in parrocchia, l’assessore in comune, lo strimpellatore di chitarra, l’obiettore di coscienza. Curiosamente tutte cose che finiscono in “ore” in un richiamo inconsapevole al tempo.

Con il passare degli anni le cose si sono un po’ capovolte. Le caselle dell’agenda sono diventate abbastanza dense di impegni ed ora, quello che vorrei, è trovare buchi per sprecare tempo, annoiarmi un po’.

Ma mia mamma dice che comunque non ne sarei capace… Ci sto lavorando.

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