La Trasparenza

La trasparenza è sacra. Su questo nessun dubbio. Il decreto di attuazione della Riforma Brunetta la definisce come accessibilità totale. La Circolare 1/2010 della Funzione pubblica ne ha esaltato il carattere.

I responsabili delle risorse umane, pur percependone l’importanza, la vedono come un ulteriore adempimento nella quotidianità lavorativa.

Il mezzo per raggiungere il fine è internet, il sito istituzionale di ciascun ente.

Ormai tutto va pubblicato, tranne quello che è coperto dalla privacy, ovviamente.

Si percepisce persino paura. L’incertezza sui tempi e sulle materie dell’inserimento on-line fanno agitare gli operatori che ancora una volta si chiedono: perché?

Qualcuno ci ha provato. È andato a cercare nelle pieghe delle norme un’eventuale autorizzazione ad assumere un “addetto alla pubblicazione”. Un profilo professionale del futuro, che vedrete, qualche ente istituirà presto. Ma di autorizzazioni neppure l’ombra. Anzi, le solite, difficili, improbabili limitazioni sempre più stringenti.

E allora è iniziato il fai-da-te. Qualcuno si è offerto come volontario: ho qualche conoscenza informatica. Ha alzato timidamente la mano e si è ritrovato alle nove di tutte le sere solo in ufficio per inserire on-line il curriculum del suo responsabile. Se passando per le vie del paese vedete una luce accesa in comune è lui! Invisibile… per la trasparenza. Aveva accettato sperando in un progetto finalizzato. Ad un corso gli hanno detto che erano stati disapplicati dal 1999. Non si è più alzato dalla sedia. Cercatelo al prossimo convegno a cui partecipate. È rigido, immobile; balbetta solo un codice binario.

In altri enti è andata diversamente. La pubblicazione spetta a tutti gli uffici. Nessun ufficio di staff. Ogni dipendente ha una password per entrare nel sito e pubblicare ciò di competenza. Confusione totale. Siti bloccati. Pagine on-line disordinatissime. Nessuno trova più i propri documenti. Un ciclo della performance è capitato come sottocategoria nelle informazioni utili sul pronto soccorso locale; le retribuzioni dei dirigenti costituiscono l’home page dell’associazione “Aiutiamoli a Vivere”; il piano per l’integrità è nelle informazioni turistiche…

Qualcuno si è chiesto se il binomio trasparenza-efficienza funziona. Da una parte si vuole una pubblica amministrazione a prova di imprenditore privato, dall’altra si chiede di pubblicare tutto di tutto. Programmo, pubblico. Decido, pubblico. Gestisco, pubblico. Rendiconto, pubblico. E i tempi intanto si dilatano. Match point a favore della trasparenza.

Ci sono enti, soprattutto comuni piccolissimi, che si sono accorti di non avere il sito internet. Non ne avevano mai avuto bisogno. Ora sono obbligati a costruirlo, pagando qualche società esterna, e visto che ci sono hanno pensato a qualcosa di tridimensionale. Il controllo diffuso da parte dei 1.000 cittadini (di cui 100 sanno usare internet) è garantito.

Si cerca di standardizzare. La Circolare n. 1/2010 ha detto che dobbiamo cambiare il nome alla sezione. Ora si chiama “Trasparenza, valutazione e merito”. L’“operazione trasparenza” è andata in soffitta per allargare i punti di forza.

La sezione più piccante rimane però quella dei maggiori tassi di assenza e di presenza del personale di ciascuna unità organizzativa. Per curiosità un giornalista è capitato sull’ufficio VII del Dipartimento delle finanze. Tasso di assenza riportato sul sito: 96,77%[1].

Colpo di scena!

No, no. È tutto sotto controllo. Nel Dipartimento è presente un solo dirigente… in maternità nel periodo di rilevazione.

Pericolo scampato. La sanzione non avrebbe lasciato scampo: nessuna erogazione di risultato per il dirigente addetto all’adempimento.

E allora iniziamo questo nuovo cammino. La trasparenza deve diventare patrimonio di ogni dipendente pubblico. I cittadini devono conoscere, sapere, controllare. È una svolta importante, da cogliere al volo. Senza allarmismi, azioni affrettate. Ma con tanto buon senso e un pizzico di buona volontà. Dài, l’obiettivo non è poi così male.


[1] Italia oggi, 12 febbraio 2010, pagina 8.

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