L’articolo 15 comma 5
Provate a domandare ad un responsabile delle risorse umane di un ente locale cosa ne pensa dell’art. 15 comma 5. Nella migliore situazione semplicemente scrollerà le spalle e vi indicherà la porta. Nel peggior dei casi preparatevi ad una serie di scongiuri, grida, ingiurie ed invettive.
Per i non addetti: l’art. 15 comma 5 è una modalità di incremento del fondo delle risorse decentrate al centro dell’attenzione dei mass media, dell’ispettorato della Ragioneria Generale dello Stato, della Corte dei conti e chi più ne ha più ne metta. Si narra di un investimento del problema persino presso la Presidenza della Repubblica.
Diciamo che, nella giungla di norme contrattuali particolarmente rigide, l’incremento in oggetto costituisce l’elemento di massima flessibilità per erogare più somme di salario accessorio ai dipendenti degli enti locali.
Utilizzato più che altro per questioni di “pareggio” del fondo, l’art. 15 comma 5 è super sponsorizzato dalle organizzazioni sindacali e, perché no, da alcune categorie di dipendenti che fondano su queste risorse tutta la produttività di un anno di lavoro.
Eppure, proprio la caratteristica della discrezionalità di tale incremento, lo rendono alquanto pericoloso e di difficile applicazione. Tanto che, l’Aran, richiamando l’immagine di Mosè sul Sinai, ha inciso sulle tavole della raccolta sistematica del proprio sito ben sette regole da rispettare per operare correttamente nell’utilizzo dell’art. 15 comma 5. Non le staremo ad elencare per non creare ulteriori stati di ansia nel responsabile delle risorse umane che a questo punto si sta già ponendo la più classiche delle domande: chi me l’ha fatto fare?
Proviamo piuttosto a rassicurare un po’: difficilmente esiste l’ente che rispetta nell’integrazione del fondo tutti i sette comandamenti. Certo un peccato, anche se diffuso, peccato rimane, ma forse può far pensare ad una difficoltà oggettiva nell’applicazione della norma.
Tra l’altro, ammettiamolo, nel parere reso, l’Aran sembra aver fatto un mix altamente pericoloso tra l’art. 15 comma 5 del Ccnl 1999 e l’art. 37 del Ccnl 2004. Il primo disciplina un particolare modo per integrare le risorse, il secondo spiega come si erogano tutte le risorse per la produttività e non soltanto quelle dell’abominevole comma 5. Di come si distribuiscono le somme del fondo ormai non rimane alcun dubbio: mai a pioggia (e chi ne ha il coraggio dopo questo periodo autunnale?) e sempre per raggiungimento di specifici risultati con valutazione permanente.
Ci aspetta una stagione contrattuale particolarmente difficile e complicata con l’ombra della Corte dei conti che aleggia sui nostri decentrati.
Il responsabile delle risorse umane lo sa. E prima di addormentarsi, tutte le sere, recita con un sorriso di sbieco il mantra dell’art. 15 comma 5: in caso di attivazione di nuovi servizi o di processi di riorganizzazione finalizzati ad un accrescimento di quelli esistenti, …, …, in caso di attivazione di nuovi servizi o di processi di riorganizzazione finalizzati ad un accrescimento di quelli esistenti, …, …
Poi, ma non sempre, si addormenta.