A pranzo con Scamarcio

A pranzo con Scamarcio – 12 Novembre 2009

Un ascensore sale. Ci stiamo tutti. Ottavo piano. Giriamo l’angolo. Una sorpresa di quelle che ti rimangono per sempre. Siamo sul tetto più alto della zona in posizione dominante rispetto al resto della città. Roma si stende a semicerchio sotto i nostri sguardi. L’hotel Bernini, in piazza Barberini, è una location perfetta, anzi unica, per un corso di formazione. L’Ita, nella sua ottima organizzazione, ha colpito ancora! Il pranzo sulla terrazza diventerà un ricordo unico destinato a durare per sempre.

Il tavolo rotondo ci accoglie tutti. È preparato meglio che ad una cerimonia di nozze. Con il menù su carta pregiata. Ogni dettaglio è curato all’inverosimile. Mi sento un po’ a disagio di fronte a tutto ciò. Poi passa, alzando lo sguardo verso il panorama mozzafiato oltre le vetrate su tutti i lati.

Tra il primo ed il secondo inizia qualche mormorio: chi sono quei fotografi? Cosa sono venuti a fare fino quassù? Stanno girando qualche film? Sono ad una convention?

Alcune partecipanti del corso incuriosite chiedono al cameriere. Altro mormorio, questa volta più accentuato… sta per arrivare Scamarcio. Deve presentare il suo nuovo film.

– Chi?!?

– Ma come, lei che fa corsi in tutta Italia non sa chi è Scamarcio?

– Ehm… no.

– Eh, si vede che non ha delle figlie…

– Infatti. Solo tre maschi.

– Tre maschi?!??!

– Eh, si. Quindi non so chi sia sto qua.

E me lo spiegano. Un attore. Giovane. Fidanzato con la Valeria Golino. Molto più anziana di lui.

– Ah, sì. Quella la conosco…

– Ah, ah. Beccato!

– Beh, insomma… quella ha la mia età…

Arriva il tortino di cioccolato. Fantastico. Freddo fuori, caldo dentro.

Poi tutti in terrazza. La solita temperatura mite di Roma. Tra noi del corso si sta creando un clima davvero piacevole. Ci godiamo il sole. Faccio anche qualche telefonata e chiedo via sms la conferma su quel tipo che dovrebbe arrivare. Le mie cognate chiedono di farmi dare il suo numero di cellulare. Sì, certo.

E poi arriva:

– Eccolo, eccolo! È lui!

– Chi?

– Oh, ma lei è duro… lui! È arrivato Scamarcio.

– Ah, e qual è?

– Quello là, vede quello là seduto sul divanetto di vimini?

– Uh, ma è giovanissimo!

– Si, si. Dai che lo fotografiamo…

E così mi ritrovo anch’io a fotografare il divo di turno.

Scendiamo e riprendiamo il corso. Non sarà certo facile continuare a parlare di malattia nella pubblica amministrazione dopo questa pausa pranzo.

Ci proviamo. Il tempo vola. Buon segno. Sta andando bene. Nessuno si addormenta o ha sguardi trasognati ricordando l’attimo di poco prima.

Poi, come per incanto, tutto finisce. Uscire in strada fa un effetto strano. Un po’ come quando ci si risveglia dopo un bel sogno. Il rumore del traffico dà uno scossone. Via! Si riparte… prendiamo sta metropolitana!

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