Le canzoni delle superiori
La musica per un giovane è tanto. Dire tutto sembra eccessivo eppure a volte ascoltando una canzone sembra di volare e dimenticare il resto. Come tanti ricordi della nostra vita anche le superiori sono collegate a qualche melodia particolare.
La terza segna per me un passaggio definitivo: Giovanni mi fa conoscere gli U2. Ogni volta che inizia “With or without you” il ricordo va immediatamente a quegli anni di scoperta del gruppo irlandese.
Prima ascoltavo un po’ di tutto. Da Baglioni a Ramazzotti, ai Duran Duran agli Spandau Ballet. Si lo so che son cose di cui non bisogna vantarsi, ma è stato di fatto così.
Ricordo la domenica pomeriggio. Sul letto nella mia camera gialla che studiavo qualcosa prima di uscire. Immancabilmente il mio walkman rosso della Sony che faceva scorrere ripetutamente le più svariate cassette. Le ho ancora tutte. Praticamente una parete. Quasi tutte della Maxell, che erano rosse e sulle quali appiccicavo delle etichette con impresso il nome dell’artista.
Durante la pausa estiva tra la prima e la seconda sono stato spedito dai miei ad una vacanza studio in Inghilterra con l’EF. Soliti problemi: non conoscevo nessuno, ero timido, venivo dalla campagna, ecc. ecc. Vabbè, trovavo molto conforto nella musica che usciva dal walkman. Su un autobus di ritorno dal parco di Dartmoore una prima rivelazione: il boss. Era l’anno di Born in the Usa e così fece capolino Bruce Springsteen nella mia vita. Grazie Alessandra e grazie Francesca, amiche di Pavia mai più riviste.
Gli anni delle superiori coincidono con il centro degli anni ’80 che musicalmente hanno un solo ritmo: A-Ah, Alphaville, Baltimora, Den Harrow, Falco, Frankie goes to Hollywood, Gazebo, Level 42, Mike Francis, Raf, Sandy Marton, Spagna, Talk Talk, Tears for fears, Village People… solo per citarne alcuni in rigoroso ordine alfabetico.
Con i titoli della canzoni l’elenco fa invece più o meno così: take on me, big in Japan, tarzan boy, the riddle, rock me Amadeus, I like chopin, lessons in love, survivor, self controlo, people from ibiza, easy lady, such a shame, shout, 5 o’clock in the morning, …
Non c’è musica anni ’80 che non sia stata nostra, per poco o per tanto tempo: di lì, tutti noi, ci siamo passati.
E poi eccoci in terza, con la rivelazione. Gli U2. Conosciuti a ridosso del loro duplice concerto a Modena del 1987 ma che non ho potuto andare a vedere: biglietti già esauriti. Avevo rimediato con un bellissimo bootleg formato LP. Pian piano mi ero anche specializzato in tutti questi vinile che contenevano i concerti registrati dal vivo. Cesare mi aveva insegnato come fare per distinguere quelli di qualità rispetto a quello mediocri oltre a consolarmi accompagnandomi ad un mitico concerto di Sting all’Arena di Verona il 6 maggio del 1988.
Nel giro di qualche mese avevo già imparato a memoria tutte le loro canzoni, grazie al libro con testo e traduzione a fronte. Conservo ancora quel prezioso documento che di tanto in tanto ancora sfoglio trovandoci dentro i miei appunti emotivi a fianco di ogni canzone.
Di tutto il viaggio fatto in interrail nel 1989 (appena conclusa la maturità) il momento più atteso era quello della visita alla Dublino degli U2.
Ancora: qualche maglietta ogni tanto fa capolino nell’armadio. I miei figli, chiedono informazioni. Posso spiegare, ma non credo che possano capire.
È come spiegare loro cos’è un rullino per la macchina fotografica…