Le corsie preferenziali

Le corsie preferenziali

1 Settembre 2008

Questa mattina mi hanno detto che pagando 7 euro in più a testa rispetto al normale biglietto di ingresso a Gardaland si può usufruire di una corsia preferenziale per evitare le code delle varie attrazioni.

Nulla di nuovo.

Succede la stessa cosa per i voli della Ryanair sui quali non esiste il posto assegnato ma coloro che pagano un supplemento possono salire prima sull’aereo.

La stessa cosa in città. I parcheggi più comodi e vicino al centro costano di più, quelli ad oltre un chilometro un po’ meno.

Credo che di esempi se ne possano trovare altri tutti nella stessa direzione: chi paga qualcosa in più ha qualche diritto in più.

Mi verrebbe da dire, estremizzando: i ricchi avranno sempre più privilegi rispetto ai poveri.

E anche questo è nulla di nuovo.

Quindi?

Niente, solo che questo modo di agire, al di là del mettere continuamente su di un piedistallo chi ha più soldi, porta con sé anche qualche considerazione sulle attese per il futuro.

Se il ricco è favorito significa che questa società lo sta premiando e pertanto quello è l’obiettivo che io devo realizzare: la prossima volta a Gardaland devo potermi permettere di entrare dalla corsia preferenziale.

Una rincorsa continua che probabilmente tende ad azzerare i sogni più veri ed intimi per lasciare al loro posto delle aspirazioni che vadano a coprire le insoddisfazioni e le invidie repentine.

Tutto subito. Il posto migliore, il parcheggio più comodo, la corsia preferenziale.

Certo è così. Il tempo è talmente tutto dedicato a far soldi per una posizione sociale che poi quando si può utilizzare (il cosiddetto tempo libero) è meglio farlo ancora più velocemente delle persone comuni.

Come dicevo: quindi?

Nulla. Mi sembra tutto un circolo perverso.

Senza senso.

Forse la regola sta tutta nel “Töla sö dülsa”, prendila su con calma, dolcemente. E stai più lontano possibile dagli stereotipi che quotidianamente ti assillano per volerti far credere che quella è la strada giusta.

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