L’uomo con la lente
Stazione di Modena, sala d’attesa.
Tutti stipati, nessun posto a sedere libero. Lui è lì, appena dopo la porta automatica sulla destra, appoggiato al muro.
Basso, scarpe contenitrici, occhiali spessissimi, attento a farsi gli affari suoi, diversamente da me.
Foglio rosa in mano, è la Gazzetta dello Sport. A fatica riesce a rimanere totalmente aperta, tra le braccia troppo piccole. Viene piegata e ripiegata, ecco, così può stare comodamente su di una mano.
Le dita intanto scorrono velocemente in una tasca e compare una piccola lente.
Appoggiato al muro inizia a leggere il suo quotidiano avvicinando gli occhi a pochi centimetri dalle parole, scritte troppo in piccolo da necessitare un ulteriore filtro, oltre agli occhiali, tra lui e il giornale: la lente.
Viene fatta scorrere più volte tra gli articoli e non ne viene saltato uno. Una lettura completa, totale quasi asfissiante; della serie: non si può perdere nemmeno una virgola.
Di tanto in tanto alzo gli occhi verso il tabellone delle partenze. Lui è sempre lì, intento a sfogliare pagina dopo pagina. Ha una borsa tra le gambe, nera. Mi allontano, un ultimo sguardo. La lente scorre con un leggero fruscio di fogli.