Dattilografia

Io credo che la dattilografia debba essere una materia obbligatoria in qualsiasi scuola. Oggi come oggi, lo ritengo l’insegnamento più utile delle superiori. Tre anni di tic tic sulla tastiera sono serviti per insegnarmi a scrivere a velocità incredibile e senza guardare le lettere. Dopo vent’anni fa parte di me. Non so aggiustare una finestra, ma so scrivere a macchina. Per il lavoro che faccio, mi è andata bene.

Stamattina sono andato al pronto soccorso con una delle pesti. Niente di che. Ma è sempre un’esperienza. Tre ore in ospedale, di cui:

– un’ora e trenta di attesa

– venti minuti di spostamenti tra un reparto e l’altro

– dieci minuti di visita

– un’ora davanti al computer.

Quest’ultima ovviamente non da parte, ma dalla segretaria, dall’infermire, dal dottore, dal pediatra, dall’oculista, ecc. ecc.

Ogni passaggio comporta un inserimento nel computer. Tic, tic, tic. Come ti chiami? Tic, tic, tic, toc (errore), tic, tic, ok! Cosa hai avuto? Tic, tic, tic, tic, toc, tic, ok. Bene, ora vai in quel reparto, da quel dottore e poi torna da me. E si ricomincia. Come ti chiami? Tic, tic, toc, ok! Cos’hai? Tic, tic, toc, ecc. ecc.

Tutto efficientissimo, per carità. Ma?

Niente di che, mi sono solo chiesto se prima di diventare dottori o specialisti non sia il caso di fare anche un brevissimo corso di dattilografia. Non i tre anni, ci mancherebbe! Giusto un po’ di esercizio.

Quasi quasi mi è venuta nostalgia per quelle ricette scritte a mano dove non si capiva niente…

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