Conero

Gli occhi sono pieni. Tre colori. Il blu del mare. Il bianco delle rocce. Il verde dei pini che scendono fino alla riva. Ma anche il blu del cielo, il bianco delle case e dei palazzi e il verde delle acque più cristalline. Questi sono quattro giorni nel Conero. Un esperimento, a dire il vero.

L’invito ad andare a Numana è arrivato da Augusto, qualche mese fa. Fino all’altro ieri l’incontro era stato solo di mail e qualche telefonata. Ora si è concretizzato in un volto e modo di stare insieme. Che abbiamo condiviso anche con sua moglie, Leonella, detta Leo. Leooo!

Augusto ha un canotto. Lo ha condotto su e giù per la riviera in continuazione. I bambini là sulla prua ad invocare: vai più forte. E poi via: tuffi, nuotate, salti dalle rocce. Il momento clou è forse il volo dalla vela, uno scoglio alto circa dieci metri. Ma anche la nuotata fino alla grotta dei gabbiani. O il bagno nelle acque cristalline sotto una montagna di argilla che di tanto in tanto crollava. E lassù, impassibile, il Conero. Il monte che segna la sospensione delle spiagge di sabbia del mare Adriatico, la punta con cui le Marche entrano nelle acque.

Vedere il tutto dalla costa è un’esperienza da cavare il fiato. Ed ogni volta si scoprono nuove baie o speroni. Alcuni paesaggi sono da fiaba. Visti con il fruscio del mare sotto il canotto li rendono indimenticabili.

Augusto e Leonella ci accompagnano anche nel centro dei borghi di Numana e Sirolo. Per una cena o una semplice passeggiata e anche, probabilmente, per il “più buono gelato del mondo”. La famiglia Sacchi  è solida e stringe subito amicizia con la famiglia Bertagna. I bambini hanno un timore-amore nei confronti di Augusto. Augusto sta zitto solo in poche occasioni, quando parla sua figlia, l’unica a tenerlo a freno (ma solo perché parla più di lui). Leonella, più silenziosa, è una spalla unica per servizio e disponibilità.

I pochi giorni scorrono via velocemente. Una mini vacanza dove tutto viene mandato in stand-by. Telefono, mail, computer. Solo tanti bei momenti insieme e il Conero a fare da cornice.

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