Casa

Sento il rumore del vento tutto attorno. La pioggia cade, ne assaporo il suono quando incontra il tetto, la strada, l’infisso. Mi stringo sotto al caldo delle coperte. Poi mi faccio coraggio ed esco. Scendo. Tutto silenzio. Inizio i preparativi della nuova giornata. In attesa di altri rumori. Quelli degli altri. Che pian piano si svegliano e scendono. Tutti a fare colazione. E poi ognuno per la sua strada, a distanza di camera. I compiti, le pulizie, lo studio.

Fuori è tutto grigio, sempre più. Per sapere se piove, basta guardare in contrasto con i colori scuri. Oggi si fa anche prima: i vetri sono tutti bagnati.

Una tregua dopo l’ora di pranzo. Mezzora a camminare. In un attimo siamo fuori dal paese, nei colori dell’autunno. Gruppi di uccelli si alzano e volano insieme per andare chissà dove. E poi torniamo. Le famose quattro mura. Che sostengono un tetto. Una casa.

Dove rimaniamo per il resto della domenica. Ancora compiti, ma anche lavoretti. Sistemo le mie fotografie stampate. Penso a qualche segnalibro da preparare per i regali di Natale.

Alle cinque e mezza è già buio. Se guardi fuori dalla finestra sembra che gli scuri siano già chiusi. Ci guardiamo insieme una puntata di Pippi Calzelunghe. Un’altra atmosfera, di tanti anni fa, di un’altra casa.

Arriva l’ora della cena e il tavolo ancora una volta ci accoglie, dimenticando le urla e le arrabbiature di chi non ha potuto neppure sfogarsi un po’ correndo all’aria aperta a piedi o in bici.

Ma è casa.

Spieghiamo cosa sta accadendo in certe parti di Italia, dove l’acqua assume tutto il suo aspetto negativo e l’uomo non è in grado di fermarla. E cerchiamo di capire quanto tante cose che diamo scontate siano invece un’emozione da vivere sempre.

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