Il bugiardino

Chi mi ha incontrato negli scorsi giorni, sa che ho rischiato più volte di morire. Occhi compassionevoli hanno accettato la mia tosse con una pazienza infinita e in alcuni casi sono intervenuti in mio aiuto con un goccio d’acqua o una caramella.

Sono stato costretto a correre ai ripari. Così eccomi con la mia scatola di antibiotico in mano.

Tra l’altro, giusto qualche giorno fa, mi hanno spiegato che il foglietto illustrativo si chiama “bugiardino”. Non lo sapevo. Come tante altre cose suppongo.

Quindi, fresco di questa nuova conoscenza, gli ho dato una letta.

Ovviamente, lo sappiamo. Sono più le parole, peraltro incomprensibili, dedicate agli effetti indesiderati che quelle riferite al “che cosa serve”.

Dopo tutta una serie di malattie ulteriori conseguenti all’assunzione del farmaco, questa è la frase più imbarazzante: “Sono stati riportati decessi in alcuni pazienti”.

Alcuni??? Quanti, vacca cane?! Dammi una percentuale… almeno una percentuale.

Chiedo troppo, ma la soluzione è appena dopo.

Leggo: “Questi effetti sono generalmente transitori”.

Quindi è tutto vero. Si muore solo per un po’. Poi ci si risveglia e, come c’è scritto, “quando si presentano questi effetti è tuttavia opportuno consultare il medico”.

Tutto questo è fantastico. Mi sa che sono già guarito. Senza neppure ingoiare una pastiglia.

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