Mio fratello

Si, lo so. Non bisognerebbe andare in giro con gli sconosciuti. Ma questo qua è mio fratello. Di stesso padre e stessa madre peraltro. In questa foto siamo a Londra, lo scorso anno. Siamo cresciuti sotto lo stesso tetto e per un po’ abbiamo dormito anche nella stessa camera. Poi mi sono stancato della sua vita agli antipodi della mia e ho cambiato letto. Quando io mi alzavo, lui andava a letto. Quando andava a letto lui, mi alzavo io. Lo so, in quell’istante avrei potuto vendicarmi di tutte le luci accese, dei rubinetti aperti, dei rumori che faceva mentre dormivo. Ma io sono quello buono e non l’ho mai fatto. Non che lui fosse cattivo, anzi. Semplicemente non ci badava.

Abbiamo otto anni di differenza. Quello più vecchio sono io, ma non tutti ci credono. Le foto non dicono tutto.

Io sono quello più bravo a calcio, ma lui è quello che ha giocato di più e in squadre di categoria più importanti. Quindi, poiché sono i fatti a contare, è lui quello più bravo.

Otto anni fannola differenza. Unagenerazione. Tanto che, più che amici, siamo fratelli. E non è una brutta situazione, sia chiaro. Giusto per far capire le cose. Lui ha avuto i suoi amici, io i miei. Qualcuno dei suoi amici è anche mio amico, qualcuno dei miei amici è anche suo amico. Ma noi siamo fratelli. Non è che in queste cose funzioni alla perfezione la regola transitiva: siccome quello è tuo amico ed è anche mio amico, allora noi siamo amici. No, noi siamo orgogliosamente fratelli.

p.s.

Appena ho pubblicato il post, un caro amico si è precipato a chiedermi se tra me e mio fratello fosse successo qualcosa. Tranquillizzo: non è successo niente. Siamo fatti così. Giochiamo. Memorabile è stata la presentazione che di me ha fatto a suo figlio appena nato: saluta lo zio, Pietro, perchè la prossima volta che lo vedrai sarà per il tuo compleanno dei tre anni…

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