Per provare la tenuta del piede mi sono azzardato a studiare percorsi circolari qua e là in Galizia. Dopo le tre giornate in bicicletta ho rallentato la visione delle cose, camminando. Grazie ad un tempo non sempre bellissimo e ad un cielo non sempre cristallino ho imparato due cose.
Se non si è distratti da bellezze più grandi, si vedono quelle più piccole. Funziona così. Una bella giornata, limpida, con il blu e verde luccicanti, già di per sé può bastare alla nostra anima. È talmente tutto bello che non si va in profondo. Se invece non si è “distratti” da una bellezza allargata, lo sguardo si restringe e si scende nel particolare. Allora si scopre la bellezza di un sentiero bagnato, del profumo dell’umido, delle goccioline che scendono sugli occhiali. Uno stagno con tante foglie galleggianti può rappresentare il momento cult di una intera giornata. Come lo può diventare anche scoprire una sola lama di luce attraversare per qualche secondo il cielo. Oppure, riceve attenzione ammirata il duro lavoro di una formica che si prepara all’inverno. Dal grande al piccolo. Ma meraviglia è. E quello che mi accade è voglia di fotografare.
La seconda cosa che il brutto tempo mi ha mostrato è questa: sono capace di resistere tranquillamente facendo niente in una camera di albergo sentendo la pioggia cadere e in compagnia di un buon libro. Riesco a sopportarmi, insomma.