Ancora una volta Londra. Ancora una volta uno spettacolo. E non c’entra niente il giubileo per i 70 anni di regno della regina Elisabetta, anche se ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una marea di persone che dal 2 al 5 giugno hanno invaso la capitale.
Avevamo programmato un salto a Londra per andare a trovare il figlio grande che non sapendo cosa fare in attesa della laurea ha pensato bene di fare il ragazzo alla pari in una famiglia della città. Il “ponte” era ottimale per gestire la cosa con gli ultimi giorni di scuola e quindi abbiamo preso il volo.
Solo qualche giorno prima abbiamo scoperto del giubileo ed ero già rassegnato al “casino più totale” che avremmo incontrato.
Invece… no. Proprio no. Bisognava proprio andarsela a cercare la regina. E, quindi, programma alla mano, ci siamo mossi in modo esattamente opposto agli appuntamenti di sua maestà, scoprendo una Londra bellissima di luoghi inconsueti e quasi desolati.
Certo, una capatina al concerto di Buckingham Palace l’abbiamo fatta, più per curiosare gli atteggiamenti dei tifosi della regnante immersi in migliaia di bandierine e cappellini blu-bianchi-rossi. Abbiamo però preferito l’intimità degli artisti di strada di Covent Garden che hanno lasciato un qualcosa di magico nei sapori del nostro viaggio.
Non poteva mancare una visita ai miei quartieri preferiti: Greenwich e Canary Wharf.
Per un fanatico dei trasporti è stato poi un vero piacere salire sulla nuovissima linea della metropolitana che, neanche a dirlo, si chiama Elizabeth ed è di colore viola, come tutti i manifesti esaltanti i 70 anni di platino.
Insomma, una piacevolissima evasione in quella che rimane, ma non avevo bisogno di riscoprirlo, la capitale che più amo.