Da anni mi chiedo se possa essere considerato lo scenario più bello delle Dolomiti. È vero, altrove ci sono sentieri meravigliosi da percorrere, vie attrezzate con panorami mozzafiato, cime difficilmente accessibili e dunque ambite, vette dalle prospettive sterminate ed ammalianti. Ma se mi chiedo quale sia veramente la scenografia più stupefacente delle Dolomiti, mi vengono subito in mente le Tre Cime. Un luogo della lista “da vedere almeno una volta nella vita”, una cartolina buona per ogni pubblicità, l’immagine stereotipo assoluto della montagna.
Quelle sopra sono le parole di Silvio. Esattamente tre anni fa con l’obiettivo di fare il giro delle tre cime, siamo arrivati in tardo pomeriggio al rifugio Auronzo dove avremmo dormito prima di affrontare il trekking il giorno successivo.
Sono stati due giorni bellissimi, di tantissimi ricordi. Ne racconto due.
Silvio, più volte, mi ha detto che quella sarebbe stata la sua ultima “impresa” in montagna. Avevo imparato a non ribattere a queste sue uscite profetiche perchè ogni volta ci aveva azzeccato: l’ultima ferrata, l’ultimo percorso, l’ultimo concerto, ecc. ecc. E anche stavolta, ovviamente, ci ha preso.
L’altro aneddoto: al termine del giro (sì, ce l’abbiamo fatta) e ancora in alta montagna, Silvio incrocia la sua dottoressa del reparto di oncologia di Verona. Lei lo guarda e gli dice: “Quindi non è vero che stai così male…” e ci mettiamo tutti a ridere.
Ne racconto oggi, che è il giorno del suo compleanno.
Ciao Gianluca, leggo con gratitudine questo bel ricordo che hai voluto condividere nella tua pagina. Un saluto.